LA VOCE DI KAYFA

PLAGIO E CALCETTO UMILIANO LA MERITOCRAZIA


Dopo la notizia dell’inchiesta Consip e di quali fossero i nomi illustri in essa implicati – il Ministro dello sport, Luca Lotti; il Comandante dell’Arma dei carabinieri, Generale Del Sette; l’ex Comandante dei carabinieri della legione toscana, Generale Saltalamacchia – diffusa da Il Fatto Quotidiano poco dopo Natale - ma taciuta o sussurrata da tutti gli altri giornali e telegiornali per circa due mesi, ossia fino a quando si è capito che la vicenda era più grossa di quanto si pensasse o si volesse far credere,  visto che tra gli indagati risultava anche Tiziano Renzi, papà dell’ex Presidente del Consiglio e segretario dimissionario del Pd, Matteo Renzi, per cui la si è dovuta diffondere con dovizia di particolari, in alcuni casi chiedendo perfino scusa per il ritardo con cui la si è data, (vedi Massimo Gianni di Repubblica a Di Martedì) - un altro scoop de Il Fatto quotidiano sta trovando l’assoluto, o quasi, silenzio dei media. Si tratta del presunto plagio del Ministro Della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, all’epoca in cui presentò una ricerca di dottorato presso l’Imt di Lucca nel 2008.Stando all’inchiesta del giornale diretto da Travaglio, il Ministro avrebbe “copiato e incollato” 4000 parole, senza né virgolettarle, né indicarne le fonti a margine.Lei si difende sostenendo di averle citate nella bibliografia. Ma più di un autorevole opinione le contesta che le fonti vanno citate nelle stesse pagine in cui sono inserite. E non generalizzate nella bibliografia senza indicare esattamente quali sono i periodi riportati nell'elaborato estratti da altri lavori.Non sta a noi stabilire chi abbia ragione. La Ministra ha già fatto sapere che andrà per vie legali al fine di tutelare la propria integrità morale.In attesa di sapere chi tra i due litiganti  la spunterà, non possiamo non notare che in un paese in cui la classe politica, senza mezzi termini, enfaticamente auspica l'utilizzo di criteri meritocratici per stabilire chi debba ricoprire ruoli prioritari in ambito istituzionale e nella pubblica amministrazione e per poi scoprire che il Ministro della Sanità, Lorenzin, non è laureato, così come quello della Giustizia, Orlando; quello dell’Istruzione, Fedeli, non ha nemmeno il diplomaascoltare il Ministro del Lavoro Poletti, nemmeno lui laureato,  auspicare che molti giovani italiani costretti ad espatriare per lavorare non tornino perché il paese di loro non ha bisogno - successivamente  lo stesso Ministro ha invitato i giovani a giocare di più a calcetto perché, a suo dire, varrebbe più di un curriculum, nel senso che giocando a calcetto si avrebbe modo di fare le “conoscenze giuste” per avere l’opportunità di lavorare, alla faccia della meritocrazia – lascia interdetti. Ma spiegherebbe anche quali potrebbero essere i reali motivi per cui il paese è allo sbando: qualunque “nave” governata da marinai inesperti è condannata a naufragare!Proprio in virtù di tale principio, disatteso dai “fatti”, è paradossale, quasi comico, che lo Stato, nel momento in cui indice un concorso pubblico, pretenda che i partecipanti siano in possesso del titolo di studio “specifico”, almeno il diploma, e copia del casellario giudiziale che ne attesti l'integrità penale. Ma poi non si premura di lasciare il timone delle istituzioni nelle mani di quanti non ne avrebbero nessun titolo. È questa una palese contraddizione che non sfugge ai cittadini i quali non possono non domandarsi se la politica non si diverta a prenderli garbatamente per i fondelli; o con chi abbiano avuto il privilegio di giocare a calcetto alcuni ministri e funzionari dello stato!?