LA VOCE DI KAYFA

REPORT, UNA SPINA NEL FIANCO DI RENZI E DEL PD


È proprio vero, quello che si vede in Italia non lo si vede in nessun’altra parte del mondo, o quasi. Ovviamente non mi riferisco alle bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali fiore all’occhiello del non nostro paese. Bensì alla facilità con cui una classe politica si possa trasformare in un battito di ciglia o poco più da sostenitrice a inquisitrice di un programma di informazione televisiva.È quanto da una settimana sta avvenendo con Report, il programma di approfondimento di RAI Tre, per anni condotto da Milena Gabanelli, cui è succeduta Sigfrido Ranucci; ossia da quando, esattamente domenica scorsa, la trasmissione ha trasmesso un ‘inchiesta in cui si raccontava “il salvataggio de L’Unità, organo di informazione ufficiale del Pd renziano,  da parte dell’imprenditore Massimo Pessina in cambio di presunti appalti”. La vicenda sarebbe iniziata nel 2014 all’epoca in cui Renzi, oltre a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio, era Segretario del PD. Per cui presumibilmente l’ex Premier non poteva non essere a conoscenza dei risvolti della vicenda, avallandoli.Apriti cielo! È bastata che l’inchiesta fosse anticipata da Il Fatto Quotidiano e poi trasmessa integralmente in televisione perché  coloro che fino a “ieri” sostenevano Report a spada tratta - soprattutto quando attaccava Berlusconi e tutto quanto girava intorno al suo “universo” politico e imprenditoriale - definendolo un gioiello dell’informazione televisiva italiana, voltassero direzione invocandone la messa al bando.Quanto è accaduto domenica scorsa pare si stia replicando per la puntata che andrà in onda domani a causa di un inchiesta su Papigno, il paesino umbro in cui Roberto Benigni girò Pinocchio, non proprio un successo, e dove il comico toscano voleva allestire una sorta di Cinecittà umbra. Per tale progetto sarebbero stati investite ingenti risorse pubbliche per un totale di 16milioni di euro secondo Report. Purtroppo tutto andò in fumo, accumulando un passivo di ben 5 milioni. In parte sanato nel 2005 da un intervento di Cinecittà Studios che rivela 3,9 milioni dei 5 milioni di debiti. Ma il progetto Papigno non parte, anzi si arena del tutto. Intervistato dai redattori della trasmissione il comico avrebbe risposto con una battuta, “non sa quanto soldi ci ho perso”. E poi si sarebbe affidato agli avvocati, al pari dell’ex Premier Renzi, per querelare la trasmissione.    Tralasciando gli aspetti giuridici della vicenda, in attesa di conoscerne gli sviluppi, sarebbe interessante sapere cosa ne pensano a riguardo i sostenitori del Pd i quali  identificavano in Report un inespugnabile baluardo a difesa della libertà d’informazione nel nostro paese. Se condividono l’attacco di Renzi e del Pd al programma oppure lo criticano.In quest’ultimo caso, tacciono perché non ci si può schierare apertamente contro la ditta, Bersani docet,  aspettando le elezioni politiche per punire il Pd e Renzi nel segreto dell’urna? Puniranno l’ex Premier già alle primarie del Pd, bocciandone a sorpresa la scontata elezione? Diserteranno le primarie, in attesa di conoscere meglio i fatti sulla vicenda Report, per poi eventualmente, esprimersi nelle urne a livello nazionale; magari astenendosi dall’andare a votare, se proprio restassero delusi dal comportamento del proprio partito e del proprio leader per quanto concerne l’atteggiamento inquisitorio verso la trasmissione, imponendone la chiusura?Gli scenari sono molteplici. Di sicuro un partito e il proprio leader che fino a ieri difendevano a prescindere Report e le sue inchieste, e ora lo condannano perché si permette di fare inchieste in cui si “toccano” loro stessi, non sono affatto credibili quando si propongono come paladini della democrazia e baluardi al populismo!