LA VOCE DI KAYFA

RENZI E I PREGIUDICATI A PESO VARIABILE


Quando ascolti Matteo Renzi arringare contro il M5S, accusandolo d'avere come fondatore e leader un pregiudicato - alias Beppe Grillo condannato in definitiva per omicidio colposo in seguito a un incidente stradale avvenuto nel 1981 in cui perirono alcuni suoi amici - e poi ascolti lo stesso Renzi auspicare un dialogo con il leader di Forza Italia - alias Silvio Berlusconi condannato in definitiva a 4 anni per evasione fiscale, il quale, in virtù della legge Severino votata da PD e FI, è estromesso dalle cariche pubbliche - per varare in tempi brevi una legge elettorale in sintonia con la Costituzione, ti sorge il dubbio se il Segretario del Pd non stia in stato confusionale.Se infatti agli occhi di Renzi nessun pregiudicato, né un partito da lui fondato, dovrebbe fare politica, non si capisce poi perché, né all'epoca del Patto del Nazareno, né ora, il Segretario dle Pd non si sia posto né si ponga alcun problema a dialogare con Berlusconi.A meno che agli occhi di Renzi un pregiudicato per omicidio colposo - il quale proprio per questa sua condizione non si candida alle elezioni, mostrandosi coerente con i canoni etici del proprio movimento che da sempre invoca che gli indagati e i condannati restino fuori dal Parlamento - sia peggiore di un pregiudicato per reati fiscali, quindi una persona che ha commesso reati contro quello stesso Stato che vorrebbe rappresentare e governare.Sarebbe il caso che Renzi spiegasse il motivo di questa disparità di giudizi tra un pregiudicato e l'altro.Tanto per capire!