LA VOCE DI KAYFA

DISUGUAGLIANZE DI STATO ITALIANE


In uno dei suoi tanti scontri verbali a distanza con Beppe Grillo e il M5S, il segretario del Pd, Matteo Renzi, il 20 maggio di quest’anno, intervenendo alla scuola politica del Pd a Milano, definì incostituzionale il reddito di cittadinanza, da sempre cavallo di battaglia dei grillini perché, a suo dire, l’introduzione di una simile norma nel nostro ordinamento giuridico lederebbe il principio primo della Costituzione che recita: “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”!Considerando che ad aprile del 2017, stando all’Istat, la disoccupazione era al 11,1%,  - quella giovanile al 34% - ossia circa 7 milioni di italiani sono senza lavoro, adottando lo stesso metodo di ragionamento del segretario del Pd, analizzando tutta una serie di anomalie istituzionali che avvengono nel nostro paese, legittimamente sovviene il dubbio che viviamo in un paese incostituzionale.  Se a questi dati aggiungiamo i ripetuti salvataggi delle banche in sofferenza a spese dello stato – ultimo quello delle banche venete- con ripercussioni negative sui correntisti e sui piccoli investitori, è ovvio che nelle persone si acuisce terribilmente la sensazione di vivere in un paese dove la politica, anziché fare gli interessi dei cittadini, tutela quelli delle lobby o di pochi intimi e ricchi amici.Questa inversa logica  robinhoodiana - si leva ai “poveri” per dare ai “ricchi” – ha partorito tante tragedie familiari di imprenditori e padri di famiglia suicidatisi perché vittime della crisi. Tra questi ne citaimao ad esempio due: il suicidio nel dicembre del 2015 di Luigino D’angelo, il pensionato di Civitavecchia che con il fallimento di Banca Etruria - la banca di cui all’epoca vicepresidente era il papà Maria Elena Boschi, allora Ministro delle riforme, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - vide andare in fumo i propri risparmi investiti in obbligazioni subordinate e per il dolore si tolse la vita; ieri il darsi fuoco presso lo sportello dell’Inps di Settimo Torinese di Concetta Candido, licenziata e per mesi senza assegno di disoccupazione, ora in lotta contro la morte al CTO di Torino.Due storie apparentemente diverse quella di Luigino e di Concetta, eppure tenute insieme da un comune denominatore che le rende facce distinte di un’unica medaglia: la mancanza di tutele, o poco meno, da parte delle istituzioni verso i cittadini “comuni”.Infatti, per quanto concerne i truffati dal crack di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, checché ne dica il Ministro Padoan secondo cui saranno rimborsati circa 190 milioni, per il Codacons la cifra stimata dal governo copre appena il 44% dell’ammontare complessivo che è di 441 milioni di euro.Dunque molti clienti che videro andare in fumo i propri risparmi non riceveranno alcunché.Per quanto invece riguarda il salvataggio delle banche venete,  se da un lato lo Stato è pronto a investire 5,2 miliardi provenienti dal fondo salva banche che è di complessivi 20 miliardi, per le stesse si prevedono nel tempo ulteriori coperture statali per altri 12 miliardi che farebbero  schizzare la cifra del salvataggio a 17 miliardi.A queste cifre astronomiche  che lo Stato sarebbe pronto a versare per salvare le banche venete non possiamo non aggiungere i 90 miliardi di euro evasi dai concessionari di slot machine e condonati nel 2012 dalla Corte dei Conti ad “appena”  2,5 miliardi di euro, successivamente ridotti a poco meno di 860 milioni di euro.Un caso di sanatoria, quest’ultimo, così eclatante e anticostituzionale in quanto lede palesemente i diritti dei cittadini onesti, eppure nessuno più ne parla, nemmeno il M5S.Visto l’alto numero di votanti al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 – quello che bocciò la riforma Renzi/Boschi - in controtendenza con l’astensionismo che caratterizza solitamente le elezioni nazionali e locali, ne deduciamo che i cittadini non hanno affatto fiducia nella politica tanto che quando si concede loro la possibilità di esprimere liberamente il proprio parere - senza la coercizione delle liste bloccate o quant’altro ne limiti il voto in maniera anche questa palesemente incostituzionale – non hanno problemi a recarsi ai seggi per esprimere il proprio parere.Visto che anche l’Italicum, la legge elettorale varata dal governo Renzi - quella che tutti ci avrebbero copiato - poi bocciata dalla Consulta per incostituzionalità a causa delle liste bloccate e per l’abnorme premio di maggioranza che assegnava alla lista vincente, c’è da chiedersi perché solo quando si tratta del  reddito di cittadinanza il segretario del Pd e altri come lui vi si oppongono fermamente appellandosi ai valori della Costituzione.Quegli stessi valori non sono lesi dai milioni di disoccupati, da una legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliersi i candidati, al salvataggio degli evasori con condoni vari e delle banche a spese dei poveri investitori e risparmiatori?Tutto ciò non è diseguaglianza di Stato in quanto pare distinguere i cittadini in distinte categorie di serie A e serie B; contravvenendo all’articolo 3 della Costituzione che recita “ Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta' e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese?