LA VOCE DI KAYFA

L'AMORE NON VINCE TUTTO


Fugo subito ogni dubbio per evitare a voi tutti sapientoni di non scervellarvi a vuoto: la frase che dà il titolo all’odierno post non è stata pronunciata da alcun letterato, poeta, filosofo o personaggio di cultura. La fonte è più semplicemente una delle ragazze rom ospiti del centro di recupero minorile presso cui tengo un laboratorio di scrittura creativa, (anche se sarebbe più giusto dire di conversazione creativa visto che, quando ci incontriamo, più che scrivere parliamo). Si parlava dell’amore e lei affermò quanto sopra. Allorché le chiesi di spiegarsi meglio, rispose che nella vita spesso non basta l’amore a fronteggiare le differenze sociali, culturali, di età, le distanze che separano due persone che si vogliono bene. Il sentimento è importante, ma poiché non si può vivere solo di “quello”, se due persone non crescono insieme, condividendo gli stessi interessi, parlando in maniera costruttiva, pianificando il futuro della coppia anche per quanto riguarda le cose futili tipo quale film vedere insieme, prima o poi, malgrado siano legate l’una all’altra da un forte amore, il rapporto si disgregherà perché molteplici sono le componenti che rafforzano un legame sentimentale, soprattutto il crescere insieme. Le esigenze di una persona variano col passare degli anni; quasi sempre ciò che andava bene a vent’anni non va bene a trenta, così come ciò che andava bene a trenta non basta più a quaranta e così di seguito. I componenti di una coppia devono tenere presente ciò, ponendo attenzione alle mutevolezze delle esigenze dell’altro per non farsi trovare impreparati allorché si manifesteranno. L’amore è una bella cosa se unito all’attenzione verso chi si ama. Pretendere di amare senza né considerare, né mostrare il minimo interesse nella naturale variazione di bisogni dell’altro nel corso degli anni, presupponendo che a distanza di tempo restino sempre gli stessi dell’epoca in cui ci si era conosciuti, significa considerare l’altro una persona incapace di crescere, altresì è un chiaro sintomo di immaturità da parte di chi pensa in tal senso.So che molti di voi, leggendomi, penseranno che abbia scoperto l’acqua calda! Se ho deciso di trascrivere il pensiero della ragazza, l’ho fatto semplicemente per dimostrare, se ce ne fosse bisogno, che anche chi pensiamo non possegga cultura è in grado di emettere delle considerazioni tali da indurre nell’interlocutore profonde riflessioni. Spesso l’attenzione che volgiamo a chi ci parla è proporzionalmente legata al grado sociale o culturale che lo caratterizza perché siamo convinti, anzi ci hanno convinti che cultura e titolarità sono sinonimi di intelligenza…    Essere dotti non significa essere intelligenti, così come essere intelligenti prescinde dall’essere dotti!Voi che ne pensate?