LA VOCE DI KAYFA

VICTOR HUGO, L’INVESTIGATORE DELL’ANIMA UMANA


 Dopo aver letto Notre Dame di Paris, scrissi un post dal titolo VICTOR HUGO, SCRITTORE E INIZIATO in cui esponevo le mie convinzioni riguardo la supposta natura iniziatica dell'opera; riconoscendo al grande scrittore francese lo status di iniziato. Cosa che, ho poi scoperto leggendo alcuni scritti sulla sua figura, più di un biografo presuppone.Tuttavia, essendo l'opera di Hugo sterminata la cui pubblicazione di opere inedite s'è protratta per anni dopo la sua morte, mi sentii obbligato a approfondire il personaggio per valutarne meglio la personalità al fine di trovare ulteriori conferme alla mia deduzione. Di conseguenza decisi di leggere il suo capolavoro, I MISERABILI certo che, se davvero la mia supposizione fosse giusta, tra le righe del romanzo avrei trovato ulteriori conferme. Armato di pazienza e, per quanto fosse possibile, con occhio vigile, mi apprestai alla sua lettura.Fin dalle prime pagine la natura iniziatica dell'opera mi si palesò in tutta la sua sontuosa maestosità. I ripetuti riferimenti ai conflitti interiori che colgono l'uomo quando, dopo aver commesso un crimine, trovandosi al cospetto di chi pur avendo ricevuto dal suo operato un danno, anziché punirlo denunciandolo alle autorità competenti, lo assolve confidando in un suo rinsavimento esistenziale - come fa il vescovo di Dygne nei confronti di Jean Valjean protagonista indiscusso dell'opera dando vita a un meccanismo di conversione spirituale, tema dominante dell'opera fino all'ultimo rigo - mi sembrò introducessero quello che s'è poi rivelato essere l'argomento cardine dell'opera:una profonda discussione sulla natura dell'anima umana.Se in Delitto e Castigo di Dostoevskij il protagonista, dopo aver commesso il delitto, vive un eterno conflitto interiore che non gli darà tregua fino all'epilogo della storia, costringendolo a guardarsi sempre alle spalle e a nascondersi da tutto e da tutti temendo che gli altri siano a conoscenza del crimine che commesso e lo tengano sotto osservazione per coglierlo in flagrante quanto meno se l'aspetta, mettendo in tal modo in risalto come il crimine contenga in sé il castigo rappresentato dagli scrupoli e dalle paure che assalgono chi lo ha commesso inducendolo a vivere in un eterno stato di oppressione e di paura, la morale de I Miserabili secondo me è: essendo l'anima umana una goccia di quel grande oceano di bene che è Dio, dovendo per forza di cose la goccia contenere in sé le caratteristiche del mare da cui deriva, conterrà a sua volta in sé il bene ma offuscato dalla pesantezza materiale. Pertanto, se messa nella giusta condizione di sgravarsi dai legami materiali mediante la riflessione e la preghiera, l'anima non potrà a sua volta che tendere al bene. [... ]PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE CLICCARE QUI