LA VOCE DI KAYFA

CROAZIA 1°


PER UNA TELEVISIONE DIVERTENTE E INTELLIGENTE(ampliato)Se ancora esisteva qualche ingenuo che pensava che la televisione rappresentasse solo un mezzo di comunicazione e d’intrattenimento anziché un vero e proprio strumento di potere, la dichiarazione del Ministro degli esteri, nonché Vicepriemier, Massimo D’Alema  rilasciata durante un’intervista lunedì 4 settembre 2006, dove, parlando dell’imminente rinnovo del C.d.A  Rai, riferendosi al centrosinistra, affermava, «Sulla Rai mi domando se non siamo stati troppo buoni: anziché occuparla, ci siamo occupati di politica estera. Alla direzione del Tg1 c'è ancora Mimun, a quella del Tg2 c'è ancora Mazza, e così in tutti gli altri incarichi. È chiaro però che non può durare così all'infinito», oltre a scatenare un prevedibile putiferio di reazioni da parte dell’opposizione, per la verità “alquanto” dimentica delle epurazioni “bulgare” perpetrate ai danni di Enzo Biagi, Santoro & C. dalla Tv di stato poco dopo l’insediamento del secondo governo Berlusconi, evidenziano quanto importante sia per chi assurge al potere il controllo del mezzo mediatico a garanzia di un’informazione in sintonia con la coalizione di governo. Riascoltando o rileggendo l’affermazione di D’Alema, ci si accorge che il Ministro fa riferimento unicamente ai direttori del TG1 e TG2, tralasciando quello del TG3. Alimentando il lecito dubbio se la sua reticenza su quest’ultimo non precluda alla messa al bando sul satellite della terza rete Rai, unitamente a Rete Quattro, per levarsi dalle scatole, una volta e per sempre il filoberlusconiano TG4 e il suo direttore Emilio Fede, o semplicemente perché è vero quel che da sempre più di un commentatore politico sostiene quando, parlando del TG3, lo definisce "TeleKabul", un telegiornale sfacciatamente schierato a sinistra. Per cui il suo direttore non si rimuove in quanto lui sì “fa” informazione come al centrosinistra conviene…Prendo spunto da questa vicenda di politica interna per raccontarvi quanto è avvenuto questa estate a Vrboska, un paesino sull’isola di Hvar in Croazia, durante le vacanze che ho trascorso lì con la famiglia. Poiché nell’appartamento in cui alloggiavamo c’era la televisione, la sera, al rientro dal mare, in attesa che si facesse l’ora della cena, come d’abitudine, i miei figli accendevano il televisore per guardare i cartoni animati o altro. Chiedendomi cosa realmente capissero di quel che vedevano, considerato che i programmi erano in lingua croata, una sera decisi di piazzarmi con loro davanti al teleschermo. Con sommo piacere mi resi conto che alcuni programmi, sia per ragazzi sia per adulti, per lo più di produzione americana e inglese, ma trasmettevano anche interessanti documentari tedeschi e una fiction italiana, erano messi in onda in lingua madre con sottotitoli in croato. Fu proprio ascoltando i dialoghi originali e leggendone la traduzione a margine sul video che imparai che in croato hvala  significa grazie, dobro ciao, tata papà e qualche altro termine utile per comunicare con la gente del posto. Ma soprattutto mi colpì l’attenzione che i miei figli prestavano sia alle immagini sia alla traduzione in sovrimpressione  con l’ausilio di mia moglie la quale, conoscendo l’inglese, spiegava loro ciò che ascoltavano e leggevano.In seguito fu lei a spiegarmi perché i ragazzi, quando in auto ascoltano una canzone in inglese, la cantano correttamente: quando a Napoli sono a casa spesso seguono i video musicali su MTV composti dalle immagini con testi in sovrimpressione. Ritengo ciò un esempio di televisione intelligente da applicarsi non solo alle emittenti musicali ma a tutte. Non si può infatti escludere che se si trasmettessero, durante la fascia di programmazione destinata ai ragazzi, un cartone animato, un film o un documentario in lingua originale con sottotitoli in italiano, si prenderebbero due piccioni con una fava: da un lato educheremmo i ragazzi a leggere e a riflettere, dall’altro ad imparare le lingue straniere, in particolare l’inglese, come accade in altri paesi europei, ad esempio in Danimarca, mentre si divertono a guardare la televisione. Al pari, tenuto conto che, stando alle statistiche, gli italiani leggono poco, sarebbe interessante adottare lo stesso sistema durante le fasce orarie per adulti, trasmettendo film o quant’altro in lingua originale con sottotitoli in italiano. Così facendo si indurrebbe il pubblico a leggere e quindi a pensare davvero con la propria testa. Tuttavia mi rendo perfettamente conto che, essendo la pubblicità il principale bacino di entrate economiche delle reti televisive, pubbliche e private, non garantendo l’attuazione di una simile politica un elevato share di pubblico, e di conseguenza un interessante introito remunerativo in termini economici per chi investe in pubblicità, in quanto chi non è avvezzo a leggere difficilmente seguirebbe un film sottotitolato, la proposta è destinata miseramente a fallire, pur considerando i tanti lati positivi che la sua adozione comporterebbe in termini di crescita sociale. Inoltre, considerando, come scrivevo all’inizio, che l'ingerenza nella struttura mediatica per controllarne l’informazione è il primo aspetto cui punta qualunque schieramento politico allorché è eletto al governo, non credo che l’idea possa piacere tanto ai nostri politici, indipendentemente dall’area di appartenenza, visto che, (oddio, la sensazione è questa, ma spero di sbagliarmi...), tutti, a prescindere dal colore dello schieramento di parte, mirano a evitare che la gente rifletta con la propria testa; che l’opinione pubblica sviluppi un proprio senso critico diverso da quello che piace loro. Strutturando in tal senso il palinsesto a proprio uso e consumo con l'ausilio di direttori, conduttori e conduttrici compiacenti che hanno la faccia tosta di farci credere di essere indipendenti dal potere e poi lavorano in televisione solo se al governo c’è un determinato schieramento, andando subito in naftalina quando subentra quello opposto. Ingolfandoci di programmi trasbordanti talk show insulsi, Grandi Fratelli e Isole dei Famosi a iosa per soddisfare l’italico vojerismo; quiz tanto "impegnativi e complessi" che "solo" se sai come si chiama la “lingua parlata in Italia” puoi portarti a casa migliaia di euro, alla faccia di chi si smazza dalla mattina alla sera sul lavoro o sui libri per garantirsi la pagnotta. Il tutto ovviamente condito con abbondante “contorno” di tette, culi e cosce in bella mostra, probabile, efficace incentivo dell’improvvisa ricrescita demografica del paese… Onestamente più che televisione intelligente, questa mi sa di televisione deficiente!