LA VOCE DI KAYFA

NAPOLI, 11 SETTEMBRE 2006


Dall’altro ieri anche Napoli ha il “suo” 11 settembre! Fortunatamente non come quello tristemente noto di New York di 5 anni fa. Ma di certo se fino a domenica scorsa chiedevate a un napoletano quella data cosa gli ricordasse vi avrebbe risposto “l’attacco alle torri gemelle”, da ieri vi risponderà, “l’attacco alle torri gemelle e alla pazienza stoica dei napoletani!”. Già perché lunedì 11 settembre 2006 a Napoli si è “perpetrato” l’ennesimo dileggio ai cittadini, soprattutto a quelli che per spostarsi da un punto all’altro della città per andare a lavoro, fare la spesa o altro sono costretti a doversi servire degli autobus dell’ANM, l’azienda responsabile del trasporto pubblico su quattro ruote nella rete urbana. Dei 440 autobus previsti in servizio per quel giorno, dai depositi ne sono usciti solo 40, gli altri 400 sono rimasti a “parcheggio” nelle officine perché ufficialmente rotti. 400 autobus in panne nello stesso giorno, davvero un caso da Guinnes dei Primati, non c’è che dire! E la cosa più vergognosa, e al tempo stesso umiliante per i cittadini, è che nessuno si è preso la briga di avvisare loro dei disservizi. Solo dopo ore di snervante attesa alle fermate, mentre la gente disperata si domandava se fosse stato indetto un improvviso sciopero dei trasporti o fosse successo qualcosa di grave in città, sulle tabelle luminose alle fermate è apparsa la comunicazione del blocco dei bus, senza però spiegarne il motivo, mandando in bestia i già disperati utenti! Intervistato sulla vicenda dal Corriere del Mezzogiorno, il presidente dell’ANM, Antonio Simeone, ammette, di avere seri dubbi sull’inefficienza nello stesso giorno di 400 autobus, “verificheremo caso per caso se le certificazione sull’inefficienza delle vetture rispondono a verità”, dice, aggiungendo che “l’azienda adotterà tutti i provvedimenti disciplinari del caso” se si scoprisse che la soppressione del servizio non dipendeva dal cattivo funzionamento delle macchine, bensì da una protesta inscenata dai dipendenti per la mancata assunzione di quarantaquattro stagisti tra cui ci sarebbero anche figli di dipendenti. Insomma uno sciopero selvaggio, attuato senza preavviso dai dipendenti dell’ANM. Un vero e proprio ricatto nei confronti dell’azienda e, di riflesso, dell’amministrazione comunale che potrebbe portare la magistratura a porli sotto inchiesta per sospensione di servizio pubblico. Ma anche stavolta per il momento a pagare sono stati i cittadini, eterne vittime di un tira e molla tra chi è responsabile dei servizi pubblici e i propri dipendenti che praticano la politica dell’arroganza, della violenza, del ricatto per vedersi riconosciuto un diritto che non è previsto da nessuno statuto ufficiale, (lo stage era stanziato dalla Regione Campania e non prevedeva alla fine alcuna assunzione),  se non in quello tacito del disprezzo delle regole che da sempre regna in questa città! Alimentato da anni di clientelismo adottatato dalla politica che ha fatto sì che l’eccezione tacitamente diventasse regola pur di garantirsi il potere!