LA VOCE DI KAYFA

INTERCETTAZIONI ILLEGALI


L’INUTILE PESO DELLE PAROLE La vicenda delle intercettazioni telefoniche illegali cha ha portato all’arresto di 20 persone tra cui Giuliano Tavaroli, responsabile della sicurezza Pirelli e dal 2001 dell’intero gruppo Telecom, e il “suo grande amico” Emanuele Cipriani, investigatore privato di Firenze, titolare delle agenzie Polis d’Istinto e System Group Sas, nonché di 11 membri delle forze dell’ordine (cinque poliziotti toscani, cinque finanzieri di Como e un carabiniere), e di ex ufficiali dell’Arma e delle Fiamme gialle, divenuti investigatori privati al servizio della banda capeggiata da Tavaroli/Cipriani al fine di acquisire illegalmente informazioni private a scopo d’estorsione, apre scenari inquietanti non solo sulla tutela della privacy degli ignari cittadini ma anche, di riflesso, sul presunto rapporto di fiducia che dovrebbe intercorrere tra gli stessi e le istituzioni, inducendoli a collaborare con lo stato per assicurare alla giustizia gli autori di efferati crimini, come invocò il questore di Napoli all’indomani dell’omicidio del giornalaio dell’Arenella avvenuto agli inizi di settembre da parte di un  gruppo di balordi, due dei quali usciti preventivamente dalle patrie galere grazie all’indulto…  Il fatto che individui che ricoprono tali cariche da consentire loro l’accesso e la visione dei tabulati Telecom sfruttino poi i dati registrati per rielaborarli al computer in modo da verificare dal “peso sociale” dei destinatari delle chiamate se sia il caso o meno di porre sotto intercettazione il mittente onde coglierlo in eventuale “flagranza” e quindi ricattarlo è al dir poco inquietante perché dimostra una volta di più come nel nostro paese, ma credo che il discorso possa tranquillamente estendersi a tanti altri paesi cosiddetti democratici, la Democrazia, quella stessa che il Presidente Bush si ostina a dichiarare di voler esportare nei paesi Islamici per giustificare la guerra in Iraq, è solo una parola come tante di cui si è completamente perso il significato, il senso, la misura. Democrazia è sinonimo e sintomo di libertà. Purtroppo più il tempo passa, più ci accorgiamo di quanto sempre meno efficace essa stia ad indicare tutto ciò. Ormai la libertà sta diventando sempre più un optional nella quotidianità dei cittadini. Anche quando sembrerebbe essere garantita in realtà essa è solo apparente. A questo punto possiamo tranquillamente affermare che tutti siamo oggetto ufficioso di “indagini” da parte di sistemi investigativi, pubblici o privati, che costantemente monitorano la rete di telecomunicazione per captare ciò che diciamo, valutando dal peso delle nostre parole o dallo spessore sociale dell’interlocutore se sia il caso o meno di sorvegliarci perché potremmo essere potenziali attentatori dello Stato, o molto più prosaicamente ricattabili per rimpinguare il proprio conto in banca, premesso che il nostro sia composto come minimo da sei cifre. Con tutto il marcio che sta venendo a galla per merito della magistrature la quale, adeguandosi al motto che in passato capeggiava nelle aule di tribunale, LA LEGGE è UGUALE PER TUTTI, (sostituito poi semplicemente con LA LEGGE, forse perché ci si rese conto che era di cattivo gusto prendere per il culo i cittadini anche lì dove la Giustizia doveva essere loro garantita), sta svelando come chi dovrebbe tutelare i cittadini spesso li rende vittime di se stesso, della sua avidità economica e di potere. Oppure chi ricopre ruoli e cariche di prestigio, nonché si fregia di titoli nobiliari al punto da poter un giorno reclamare la sovranità nazionale, usa il proprio status sociale come paravento per poter agire liberamente in maniera truffaldina e criminale tutelando i propri interessi a scapito della “povera” gente, (so che è retorico ma purtroppo è così). Venerdì 22 settembre sono bastate “solo” quattro ore, un vero record!, perché maggioranza e opposizione trovassero un accordo sul decreto legge che impone la distruzione sui dossier illegali compilati dalla banda Tavoroli/Cipriani per poter ricattare le proprie vittime. Il provvedimento prevede l’eliminazione di tutti i documenti, supporti e atti concernenti dati e contenuti di conversazioni e comunicazioni relativi al traffico telefonico e telematico illegalmente formati o acquisiti “Nulla a che vedere con le intercettazioni disposte dalla magistratura. Tuttavia “il loro contenuto non potrà essere utilizzato dai magistrati né pubblicato. Severe sanzioni sono previste per i mass media che, in caso di diffusione dei dati sensibili, rischiano di dover pagare fino a un milione di euro”. Alla faccia della libertà di stampa! Chissà perché quando sentono il caldo della fiamma avvicinarsi alla coda di paglia, i nostri politici sorprendono per la celerità con cui stilano la bozza per un decreto legge e, soprattutto, trovano tra di loro un subitaneo accordo, appianando le diversità di schieramento a tutela della Democrazia e della Libertà, capisaldi della nostra società!È proprio vero, ormai Democrazia e Libertà sono parole decadute. Chi se ne serve per condire i propri affettati discorsi alla nazione ricorda quei nobili decaduti che si fregiano con orgoglio del proprio blasone nonostante, all’atto pratico, termini come Duca, Conte, Barone in ambito sociale valgono poco o niente. Mai come ora quel che conta è solo il conto in banca e la tutela del potere. Le parole hanno un inutile peso!