LA VOCE DI KAYFA

ROBERTO SAVIANO


LA FORZA DELLA CULTURADa lunedì 16 ottobre Roberto Saviano, il giovane scrittore-giornalista napoletano, autore del libro-inchiesta sulla camorra, Gomorra, edito da Mondadori, vivrà sotto scorta per via delle minacce ricevute dopo la pubblicazione del suo libro e del suo intervento il 23 settembre scorso a un dibattito sulla camorra organizzato a Casal di Principe, feudo del clan dei casalesi, dove, senza alcun timore, scagliò invettive dal palco contro i boss Iovine, Schiavone, Zagaria , affermando “non valete nulla”. Fomentando la piazza a ribellarsi al loro strapotere, “Loro poggiano la loro potenza sulla vostra paura, se ne devono andare da questa terra”.  Giornali e telegiornali ne hanno scritto e parlato tanto che ci sembra superfluo dilungarci anche noi sull’argomento. Tuttavia c’è un aspetto della vicenda che crediamo meriti d’essere analizzato in virtù di un avvenimento criminale accaduto a Napoli lo scorso mese cui poca evidenza i mezzi d’informazione hanno dato. Ci riferiamo all’incendio appiccato alla scuola media Bordiga a Ponticelli tra la notte di sabato 23 e domenica 24 settembre. Tenuto conto che non è la prima volta che una scuola è oggetto delle intemperanze vandaliche di un gruppo di ignoti si potrebbe liquidare la questione come una ragazzata se non fosse che gli inquirenti che indagano sul dolo, dal primo momento hanno affermato con convinzione che dietro al rogo c’era la mano di professionisti del crimine, leggi camorra! Il clamore suscitato dal libro di Saviano nasce dal coraggio con cui l’autore dalla prima all’ultima pagina non lesina accuse, sostenute da una nutrita documentazione, tese a mettere in risalto l’evidente struttura organizzativa/manageriale di cui la camorra si è nel tempo dotata per sviluppare i propri loschi affari, estendendoli finanche all’estero, in nazioni impensabili come la Scozia dove un noto camorrista è lì un celebrato imprenditore. Per dotarsi di una rete manageriale tanto forte è evidente che la camorra ha dovuto “studiare”, acculturarsi sui sistemi imprenditoriali di cui si servono le moderne imprese per la loro crescita e, proprio come un’impresa, pianificare la propria struttura interna in maniera adeguata da poter poi estendere i propri affari a macchia d’olio in tutto il mondo, oriente incluso. Il fatto che la camorra si metti a studiare finanza per incrementare i propri affari è sintomatico di quanto importante sia il valore della cultura in qualunque contesto sociale. Partendo da questo assioma, l’incendio della scuola media Bordiga assume un significato profondo che ci riporta alla mente le parole pronunciate alcuni anni fa da un uomo di chiesa di cui purtroppo ci sfugge il nome, il quale, riferendosi allo stato di degrado delle periferie di Napoli, e dei bambini mandati a lavorare ai semafori invece che a scuola, disse testualmente “la camorra teme la cultura!” Il vocabolo cultura deriva dal latino “CULTUS che tiena a; COLERE coltivare;” Sta a significare sia coltivazione sia civiltà, erudizione. Da ciò ne deriva che se a un nucleo sociale viene impartita una reiterata cultura della legalità e del rispetto del prossimo, nel tempo la legalità si affermerà in quel contesto! Ecco perché la camorra teme la cultura al punto da mettere a ferro e fuoco le scuole. Essa è pronta a servirsi di qualunque mezzo per impedire che i semi della cultura, quella con la C maiuscola, si piantino e germoglino per evitare di ritrovarsi un dì privata di quelle “piante” da cui attingere frutti per nutrire le proprie fila. Per quanto riguarda il caso Saviano ci sia consentita un’ultima considerazione strettamente personale: non pensiamo che lo scrittore sia venuto in possesso di documenti e informazioni inaccessibili ad altri, media e organi giudiziari. Perché, se così fosse, allora significherebbe che per mettere un po’ d’ordine in questa società c’è davvero bisogno di Robin Hood! Ci piace invece  pensare che le stesse fonti da cui Saviano ha attinto per scrivere la sua denuncia erano note anche agli organi competenti i quali hanno preferito tacere per chissà quali reconditi motivi, lasciando la camorra libera di svolgere ed estendere le proprie attività in Italia e all'estero. Intervenendo solo quando un vero uomo di Cultura ha avuto il coraggio di sollevare il velo d’ipocrisia e silenzio che consente alla camorra di spadroneggiare da decenni su questa terra, “limitandosi” ad affidargli una scorta per  continuare a vivere!