LA VOCE DI KAYFA

WELBY NON HA PACE


La chiesa cattolica non ha perso tempo ad intendere una sorta di processo di scomunica nei confronti dell’anima di Piergiorgio Welby, presumibilmente per scoraggiare altri ammalati terminali a decidere di porre fine alle proprie sofferenze, indotte loro dai mali che li affliggono, confidando nel sostegno di un medico consenziente come il dottor Mario Riccio, l’anestesista che ha staccato la spina al ventilatore che aiutava Welby a respirare e quindi a vivere. Il Vicariato di Roma ha negato alla salma di Piergiorgio i funerali religiosi “perché”, ha spiegato il Cardinale Ruini, “a differenza dei casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dr.Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica. Non vengono però meno le preghiere per l'eterna salvezza del defunto". Sinceramente, pur essendo un laico convinto che nutre profondo rispetto verso il credo cattolico, la presa di posizione del Vicariato di Roma mi sconcerta perché, prima di tutto, la motivazione con cui si negano i funerali religiosi alla salma di Welby ha tutto il sapore di un vero e proprio processo alle intenzioni dell’individuo, mettendo in discussione la libertà di ognuno di noi di esprimere pubblicamente il proprio pensiero col timore di incorrere poi in sanzioni morali o materiali; secondo perché, se non erro, da sempre la chiesa predica che il sopraggiungere della morte cancella i peccati degli uomini, pertanto, se fosse davvero così, essendo Welby defunto il suo peccato di desiderare reiteratamente di morire per non patire più le sofferenze indottegli dalla distrofia musoclare che lo costringevano a vivere una “vita non vita”, stando a quelle stesse ragioni cattoliche per cui la morte cancella i peccati degli uomini, si sarebbe estinto all’atto del trapasso pertanto i funerali religiosi non dovrebbero essergli negati. Inoltre il perdono per il prossimo non dovrebbe essere alla base del messaggio evangelico, di cui la Chiesa è comunicatrice, come insegnano la parabola del figliol prodigo o le famose frasi di Gesù "porgi l'altra guancia" e "chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra"? Era prevedibile che in questa vicenda la chiesa sarebbe passata subito al contrattacco: mortificando l’anima di Welby con la negazione dei funerali religiosi, è evidente la tacita volontà del Vaticano di arginare sul nascere un’eventuale insorgere nelle coscienze degli uomini di incontenibili spunti “rivoluzionari” che traghetterebbero la società italiana a battersi per l’approvazione di una legge che autorizzi in alcuni casi di malati terminali l’eutanasia, privando di fatto la chiesa del dominio sulle coscienze degli uomini, con conseguenze a dir poco capitali per se stessa considerato che da sempre il suo potere si fonda nel far presa sulle coscienze individuali, inculcando in esse il senso di colpa derivante dal contravvenire alla volontà di Dio, inducendo obbedienza alla propria essendo stata scelta, così da sempre va affermando, da Dio quale unica mediatrice tra Sé e gli uomini!