LA VOCE DI KAYFA

INCOERENZA ANTICLERICALE


I FUNERALI DI WELBYNon appena appresa la notizia che il Vicariato di Roma negava i funerali religiosi alla salma di Piergiorgio Welby, tanti, me compreso, hanno espresso la propria indignazione verso il Vaticano, in maniera sprezzante, a volte anche volgare, per questa decisione. Prospettando scenari inquietanti che ipotizzavano un regresso medioevale della società italiana e l’inquietante, improvviso aggirarsi tra le pieghe delle nostre vite del fantasma del Tribunale dell’Inquisizione. Nel nostro attacco alla Chiesa, tutti abbiamo utilizzato come “armi” il richiamo a quegli stessi valori su cui la Chiesa da sempre si fonda, sperando così di far breccia nella sua coscienza: Carità; Perdono; Morte quale espiazione dei peccati dell’uomo; Amore per il prossimo; Amore di Dio verso tutti quanti noi; nessun uomo può giudicare un altro uomo, solo Dio può farlo e altri simili steriotipi. Niente! Quella stessa tolleranza che in molti riconosciamo al cattolicesimo allorché lo confrontiamo con l’islamismo nel dibattito interreligioso occidente-oriente sembrava improvvisamente dileguarsi, lasciando spazio alla più impenetrabile delle intolleranze. Tutti, in preda all’emozione suscitata dalla vicenda Welby, prima e dopo la sua morte, abbiamo ragionato in maniera unilaterale, alcuni per partito preso contro la Chiesa non considerando un aspetto fondamentale che, se valutato, a mio avviso spiegherebbe il motivo dell’oltranzismo clericale nei confronti di Welby da morto: Piergiorgio Welby era co-presidente dell’associazione “Radicale” Luca Coscioni. Di conseguenza il ruolo direttivo che occupava di fatto lo rendeva un appartenente a quello stesso partito Radicale che per statuto si dichiara anticlericale, antiproibizionista; favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere, al riconoscimento delle coppie di fatto e omosessuali tanto da inserire a scopo provocatorio le statuine di una coppia gay tra i personaggi del presepio allestito, se non erro, a Montecitorio, offendendo in tal modo un simbolo della religione cattolica visto che la chiesa è contraria alle unioni omosessuali. Il rifiuto della chiesa di concedere i funerali religiosi a Welby sarebbe dunque di natura meramente politica, in coerenza con i propri principi e a difesa degli stessi. Viceversa la pretesa di un partito per antonomasia anticlericale affinché la chiesa concedesse i funerali religiosi a Welby, dopo averla in più occasioni attaccata, a volte anche oltraggiata, ci sembra francamente insensata, incoerente con l’anticlericalismo che Pannella e gli altri dirigenti del partito vanno da sempre pubblicamente proclamando. Per rispetto verso Welby forse era meglio se Pannella e i suoi compagni, non appena appreso della mancata concessione dei funerali religiosi, avessero taciuto la notizia. Divulgarla, alimentando il roboante fragore sociale che ne è conseguito, anziché indebolire la Chiesa, (supponendo fosse questo il reale intento dei Radicali…), l’ha rafforzata, perché così facendo si è indotto nell’opinione pubblica il dubbio che, se finanche un partito per eccellenza anticlericale come quello Radicale riconosce valore ai funerali religiosi in chiave cattolica tanto da farne una battaglia politica perché ne venga riconosciuto il diritto a tutti, finanche a chi ha scelto l'eutansia per morire, allora la Chiesa cattolica, rispetto alle altre confessioni religiose, una sua reale valenza per la salvezza delle anime deve avercela davvero altrimenti che senso avrebbe tanto accanimento da parte di chi da sempre le è contro affinché alla salma di un proprio iscritto venga impartito l'estremo rito? Altro che anticlericalismo, a mio avviso questa è pura incoerenza anticlericale! O vogliamo chiamarla più semplicemente strumentalizzazione politica, prima della vita e poi della morte, di un uomo?Pannella & c., cui và il merito di essere riusciti con la loro battaglia sociale a realizzare la volonta di Piergiorgio di porre fine a "una vita non vita", senza rendersene conto hanno fatto davvero un bel regalo di Natale alla Chiesa!