LA VOCE DI KAYFA

SACRO E PROFANO


Giusto il tempo di lasciarci alle spalle il Natale con il suo strascico di auguri, regali, partite a carte, tombolate, abbuffate senza ritegno con seguito di incontinenti cacarelle, (la cui causa sei nel dubbio se dipende dall'esserti abbuffato peggio di un porco durante le feste o perché hai contratto l'influenza), e già siamo proiettati ai preparativi per festeggiare adeguatamente l’arrivo dell’anno nuovo. Anche in questo caso ci aspetta un estenuante aggravio di auguri, cenoni, festeggiamenti, sbronze e sbadigli per nulla trattenuti che si protrattanno fino al mattino al ritmo di samba, salsa, rumba, baci appassionati frammisti ad audaci carezze e languidi sfregamenti di bacini, dolce preludio di un inizio d’anno all’insegna della sensualità più ardita perché, si sa, chi lo fa a capodanno lo fa tutto l’anno. Non dimenticando d’indossare le mutandine rosse, (da uomo alle signore suggerisco il perizoma coordinato con il reggicalze ché fa più sexy e ha un effetto suoperiore al viagra, almeno per me è così...),  perché portano bene! Il tutto con contorno finale di cornetti caldi da acquistare in fila disordinata al laboratorio della  pasticceria; attendendo poi l’alba, con l'aria sfatta, da una terrazza panoramica; dal lungomare, attraverso il parabrezza, ancora mezzo appannato dai sospiri e gemiti, dell’auto adattata per quell'intera nottata ad alcova, sui cui sedili abbiamo appagato la nostra sfrenata voglia di sentirci vivi, incrociando l'anima e il corpo con quelli di una bella sconosciuta incontrata in discoteca o in casa d’amici, anche lei desiderosa di sentirsi viva godendo col primo che le piaceva per garantirsi a sua volta un inizio d'anno all’insegna del piacere carnale e accaparrarsi allegre scopate per i giorni a seguire. Oppure direttamente dalla spiaggia, passeggiando sul bagnasciuga, fregandocene se le scarpe nuove, che abbiamo comprato esclusivamente per quella notte e che ci sono costate praticamente più della metà della tredicesima, (l'altra metà l'abbiamo spesa come dei coglioni per agghindarci peggio di un albero di natale per fare bella figura con le signore presenti in sala), si sporcheranno irrimediabilmente tanto sappiamo che dopo non ci si ripresenterà un’altra occasione per calzarle e tra un anno ne compreremo un nuovo paio, per la gioia dei commercianti di scarpe, perché le attuali saranno ormai vecchie.Nemmeno il tempo per augurare degnamente il benvenuto al Dio incarnato, lasciando riposare per un momento sia lo stomaco sia il portafoglio, aprendo la riflessione al cuore, e già siamo proiettati verso i bagordi, i botti, le orge, la lussuria più sfrenata che caratterizzano i saluti al nuovo anno, ripromettendoci di fare grandi cose per l’anno che verrà, (come canta Lucio Dalla), anche se in cuor nostro sappiamo che alla fine nulla cambierà; ché saremo sempre quelli di prima, solo più vecchi di un anno;  ché continueremo a sognare una vita diversa, accontentandoci di quella che conduciamo; a desiderare un nuovo amore, continuando a sopportare quello che abbiamo; ché in fondo è bello illudersi, per una notte, che la vita possa cambiare davvero allo schioppettante "salto" di un tappo di spumante. Se poi il tappo fa "fetecchia" allora sarà un anno più sfigato di quello appena trascorso... Tra sacro e profano, alla fine chi deciderà cosa ne sarà della nostra esistenza futura siamo solo noi con le nostre decisioni e la volontà e l'impegno di attuarle per davvero. Altro che buoni propositi, fatti non solo parole!  BUON ANNO A TUTTI!