E' difficile che una persona disordinata come me decida di mettere in ordine le proprie cose, anche perché, come non mi stancherò mai di ripetere, nel mio disordine è il mio ordine. Nel senso che se qualcuno, tipo mia moglie, si azzarda a mettere a posto le mie cose affidandosi al proprio senso dell'ordine, che è poi quello comune alla stragrande maggioranza delle persone, difficilmente ciò che ha riposto lo ritroverò. Ecco perché, sia a casa sia in ufficio, la mia scrivania o la stanza dove lavoro sono sempre un eterno caos. Nonostante siano ben venti anni che presto servizio nell'azienda in cui lavoro, il capo ufficio e i colleghi non si arrendono all'evidenza, pretendendo da me l'impossibile, ossia che sia ordinato! Certo, mi rendo conto che l'ordine, in particolare sul lavoro, è essenziale, soprattutto quando si ha a che fare con documenti tipo fatture o documenti di trasporto. Ma, per quanti sforzi faccia, alla fine non riesco a seguire in maniera costante tale direttiva, ritornando nel mio mare di confusione che per me è sinonimo di ordine, per gli altri disperazione... Però c'è una cosa che tengo gelosamente in ordine certosino, è la mia libreria. Se vedeste come sono sistemati in maniera lineare, oserei dire maniacale, i libri sugli scaffali vi sorprendereste di scoprire che l'artefice di quella opera d'arte è un disordinato per eccellenza come il sottoscritto. Dal più grande al più piccolo, in ordine rigorosamente di grandezza e per argomenti in modo da non perdere tempo per un'eventuale ricerca.Per l'intera giornata di ieri non ho fatto altro che starmene seduto davanti al computer a stampare tutti i post dell'anno da poco conclusosi, (sono giunto a metà, conto di terminare entro oggi), salvando poi su un cd, dalla prima all'ultima, integralemente tutte le pagine del mio blog, purtroppo commenti esclusi altrimenti non la finisco più. Questo perché non voglio correre il rischio che un domani, per remoti motivi, ad esempio improvvisamente fallisca la Wind o la rete venga bandita dal mondo, tutto il lavoro documentato in rete si dissolve nel nulla. La cosa sorprendente è che, a metà percorso di stampa, ho salvato un tale volume di pagine da poterci stampare un libro. In quell'attimo, osservando la spessa pila di fogli rigorosamente ordinati l'uno sull'altro, mi sono reso conto che quel che consideravo un gioco in realtà è un vero e proprio lavoro che merita d'essere conservato gelosamente, anche solo per rispetto verso se stessi per la fatica che tutto quello ti è costato: alzarsi puntualmente all'alba, mediamente un giorno sì e uno no, per aggiornare il proprio spazio virtuale; leggere giornali, riviste, libri da cui trarre spunti per scrivere un post decente; leggere e aggiornare il post, una volta pubblicato, per renderlo ulteriormente leggibile; il tempo rubato alla famiglia e anche a te stesso per fare quanto. Curare un blog ha dei costi, sia economici sia psicofisici, non secondi a nessun altro lavoro, la cui espressione si materializza in quei fogli extra strong sovrapposti l'uno sull'altro che ora giacciono sul mobile in camera da letto in attesa d'essere archiviati in un faldone, unitamente al cd in cui è raccolto l'intero anno di blog. E solo questo merita d'essere salvaguardato, non dilapidato o lasciato a morire in rete. Curare un blog è un lavoro a tutti gli effetti, anche se nessuno ti paga, e va rispettato e conservato come si conviene a tutti i lavori in ricordo di ciò che si è fatto! So che a molti quanto affermo apparirà una sciocchezza, un vezzo, pura vanità, follia elevata all'ennesima potnza, tuttavia provate a fare altrettanto voi e, sono certo, man mano che vedrete crescere il volume di fogli stampati relativi ai post che avete inserito in rete, vi accorgerete dell'immane lavoro che la vostro menta ha partorito in un anno e di quanta fatica tutto quello vi è costata. Se decideste di fare altrettanto, un suggerimento: prendete l'abitudine di salvare costantemente, giorno per giorno, dopo aver aggiornato il blog; all'atto in cui stampate, sul foglio copiate solo il testo privo d'immagini; l'intero post con immagini e affini salvatelo invece sul cd. Tutto questo per evitarvi, se un dì deciderete di fare quanto, un lavoraccio. Vi assicuro che è emozionante sfogliare i fogli con su stampati i post, provate la stessa sensazione che provereste all'atto in cui terminate di scrivere un libro. Vi rendete conto che, senza volerlo, anche voi siete stati capaci di scrivere un libro, con la differenza che rispetto al libro classico, il vostro libro virtuale è stato letto prima ancora d'essere stampato...Magia della rete!