Il settimanale L’espresso inaugura alla grande il nuovo anno. Sul numero 1 del 2007 in edicola da ieri pubblica un’inchiesta shock sul degrado cui versa il policlinico Umberto I di Roma, l’ospedale più grande d’Italia, uno dei più grandi al mondo. L’inchiesta è presentata dall’eclatante titolo di copertina POLICLINICO INFERNO, sovrapposto alla foto del giornalista Fabrizio Gatti autore del presunto scoop, che per quasi tutto il mese di dicembre si è finto uomo delle pulizie e ha documentato, gironzolando di reparto in reparto, munito di macchina digitale e videocamera tascabile, il degrado delle struttura ospedaliera in tutti i suoi aspetti più miserevoli: sporcizia addossata negli angoli dei reparti; escrementi di cani, (si spera…), che per giorni invadono i pavimenti delle corsie; medici e paramedici che passeggiano per i reparti con le scarpe sporche o fumano mentre visitano e trasportano i pazienti in carrozzella o in barella lungo le corsie, fregandosene dei divieti di fumare affissi alle paretI e alle porte; possibilità di accesso a chiunque, dalla strada attraverso porte accostate e incustodite, in laboratori dove sono stipate sostanze radioattive e virali, nonché possibilità per tutti di sfogliare cartelle cliniche accantonate in scatoloni da anni ammassati in stanze dimenticate da tempo, ideale rifugio notturno per i senza tetti.Preso atto dell’inchiesta giornalistica, il ministro della sanità Livia Turco ha subito disposto ispezioni in tutti gli ospedali italiani per appurare se la situazione del policlinico romano sia isolata o solo la punta dell’iceberg. In pratica il ministro vuole sapere se il degrado registrato all’Umberto I è presente anche in altri ospedali italiani… Possibile che prima di divenirne ministro, la Turco non fosse adeguatamente a conoscenza della sfascio in cui versa la sanità in Italia? Possibile che al ministro occorresse l’inchiesta pubblicata da L’espresso per prendere atto che nel nostro paese molti ospedali funzionano uno schifo tanto che quando ti ricoveri, entrando “verticale”, alias con le tue gambe, devi accendere un cero a più di un santo per sperare di non uscirne in “orizzontale”, stipato in un carro funebre, per una diagnosi sbagliata o perché hai contratto un’infezione ospedaliera? Possibile che il ministro non fosse a conoscenza dei tanti servizi apparsi nel corso degli anni sui giornali o messi in onda sia dai TG ufficiali che da Striscia La Notizia, il TG satirico di Canale 5, in cui si documentavano casi come quelli del policlinico di Roma e altri ancora più gravi? Prima di diventare ministro della sanità, la Turco dove viveva e che faceva? Dobbiamo pensare che da irriducibile donna di sinistra, fermamente legata alla disciplina di partito, per lei merita d’essere considerato solo ciò che appare su un giornale o in una trasmissione in linea con la politica del suo partito mentre tutto il resto e spazzatura, mera propaganda d’opposizione? Oppure la solerzia dimostrata dal ministro, all’atto della comparsa dell’inchiesta sul settimanale, deriva unicamente dal timore che il servizio giornalistico alimenterà ulteriore risentimento nei suo riguardi per via del ticket da lei imposto per le prestazioni di pronto soccorso che non richiedono il ricovero immediato dette di codice bianco, per quello sui farmaci prescritti in ricetta istituito da alcune regioni, tipo la Campania amministrata da una giunta di sinistra quindi in linea con la politica vessatoria della Turco (sic), per far fronte ai tagli dei fondi loro diretti previsti dalla finanziaria appena varata, o dall’aumento delle prestazioni ambulatoriali mediamente di €10,00?L’espresso non ha fatto alcuno scoop, ha reso ulteriormente pubblica una realtà nota a chi, avendo in passato rivestiti incarichi di governo, leggi Berlusconi, finanche per una fesseria decide di spendere migliaia di euro pur di operarsi all’estero perché consapevole dei seri rischi che corre di contrarre un’infezione se si ricoverasse in un ospedale o in una clinica italiana. Dal canto suo la Turco, decidendo di istituire un’ispezione negli ospedali per tastarne il tasso di degrado solo dopo la pubblicazione dell’inchiesta, ha dimostrato una volta di più come la scelta di un ministro avvenga non certo per le conoscenze in materia della persona incaricata ma per altri, incogniti, fattori che non tengono certo conto delle reali necessità dei cittadini ma solo degli interessi di partito o per premiare chi per anni si è smazzato nel nome del partito! Povera Italia!!!!