LA VOCE DI KAYFA

Cina, bonifica delle "rete"


 
 Quando nell’ultimo numero dello scorso anno l’autorevole settimanale americano Time elesse personaggio del 2006 l’internauata, ossia chiunque navigasse in rete, sostenendo che i “naviganti” su Internet avevano cambiato e stavano cambiando il mondo, in tanti storcemmo il naso. Leggendo la motivazione che aveva indotto la decisione, restammo stupiti, al punto che più di uno ipotizzò che la scelta altro non fosse che la naturale conseguenza alla mancanza di personaggi reali nell’attuale società globale tali da meritarsi il titolo di personaggio dell’anno e l’ambita copertina.A distanza esatta di un mese dall’evento, a conferma di quanto fossero stati lungimiranti i responsabili del settimanale americano, dalla Cina giunge la notizia, apparsa sul Corriere della Sera di sabato 27 gennaio, che per la prima volta, il segretario generale dell’organizzazione comunista più potente e segreta al mondo ha preso di petto la situazione e in un meeting del Politburo – il massimo organo politico – ha detto che è arrivato il momento di infilarsi nei nuovi media, “ripulirli” e ricorrere a tutti gli strumenti utili per portare in ogni angolo della Cina la parola del partito. In più ha sollecitato la creazione di un gruppo di studio che avrà il compito di approfondire le opportunità che Internet offre. Al momento in Cina gli internauti sono ben 137 milioni, con un aumento medio del 24% annuo. Gli iscritti al partito sono 70 milioni, circa la metà dell’utenza in “rete”. Non occorre essere degli esperti politologi per comprendere che l’azione di bonifica della rete e di studio delle potenzialità che la stessa offre, promossa dal segretario generale del Partito Comunista Cinese, è finalizzata a un duplice scopo: primo, tenere sotto stretta sorveglianza l’utenza, evitando che attraverso la rete possano filtrare messaggi destabilizzanti che mettano seriamente in crisi il Partito; secondo, trovare il modo per sfruttare adeguatamente la rete per condizionare il popolo di Internet del paese asiatico, in modo che, incondizionatamente si assuefa ubbidiente  alla volontà del Partito, convergendo nelle sue maglie! Stando così le cose, penso che tutti quanti noi che criticammo la scelta del Time non possiamo che fare pubblica ammenda, riconoscendo al settimanale americano il merito di aver visto giusto ad eleggere quale personaggio dell’anno 2006 l’internauta. Nello stesso tempo, tutti quanti noi che utilizziamo Internet, in particolare i blogger, ulteriormente consapevoli dell’incidenza che il nostro operato può avere sulla società, giungendo a modificarla, se davvero ci teniamo a migliorarla, dobbiamo impegnarci a pubblicare su internet non solo amenità per il semplice gusto di divertirci, ma cose di qualità che inducano a riflettere costruttivamente chiunque ci legge perché oggi attraverso la rete davvero si può cambiare il mondo, in meglio o in peggio. L’hanno capito benissimo i dirigenti del Partito Comunista Cinese!