LA VOCE DI KAYFA

Cassazione pro-mobbing


Per la V sezione penale della Cassazione, il mobbing non è reato, pertanto respinto il ricorso di un insegnate di sostegno che aveva denunciato a riguardo il proprio Preside. Secondo la Cassazione, il lavoratore che denuncia d’essere vittima di mobbing al massimo può percepire un indennizzo economico ma non può essere riammesso sul posto di lavoro, nel caso fosse giunto a licenziarsi per porre fine alle angherie cui era oggetto, in quanto la legge italiana non considera il mobbing come un reato. Cosa che invece avviene in altri paesi dell’UE. Quel che più sconcerta in questa vicenda, figlia dell’ennesimo ritardo nell’adeguamento giuridico sul piano del lavoro nel nostro paese, che mette in evidenza una volta di più quanto l’Europa sia dis-unita, è che in Parlamento vegetano ben 12 proposte di legge relative al riconoscimento del mobbing come reato. Speriamo che questa discutibile sentenza motivi finalmente i nostri politici a partorire in tempi brevi una legge sul mobbing per tutelare i lavoratori che ne sono vittime. Se così fosse, sarebbe davvero un bel gesto che dimostrerebbe quanto i nostri rappresentanti istituzionali, sul piano dell’emendamento legislativo, non sono solerti ad approvare leggi solo se si tratta di tutelare i propri interessi, come accaduto per la promulgazione della  legge lampo per impedire la divulgazione e la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche inerenti i politici, ma sono davvero vicini agli interessi dei cittadini! Ministro Mastella perché non interviene fattivamente anche in questo caso, come fece spavaldamente all’epoca dello scandalo intercettazioni TELECOM, sottoponendo all’attenzione del Parlamento una legge che tuteli i lavoratori dal mobbing, facendola approvare celermente? O non ha tempo per certe "futilità" perché troppo impegnato a presenziare alle feste di partito e a cantare sui palchi per le piazze del beneventano?