LA VOCE DI KAYFA

Vaticano: Welby-Pavarotti, un peso due misure


L'intransigente ordinamento ecclesiastico interdice l'acceso in chiesa alle salme dei suicidi e dei divorziati risposati.In ragione di tale legge il Vaticano negò i funerali cattolici a Piergiorgio Welby in quanto, pur non avendo staccato con le proprie mani la spina del ventilatore polmonare che lo teneva in vita, ma a farlo fu un medico impietosito dalle sue reiterate richieste di morire perché stanco di condurre una “vita non vita” paralizzato in un letto, per la chiesa Welby era da considerarsi a tutti gli effetti un suicida perché ripetutamente aveva espresso il desiderio di morire, (quindi verso di lui l’autorità ecclesiastica istituì un vero e proprio processo alle intenzioni!). Allo stesso tempo, pur essendo Luciano Pavarotti un divorziato risposato, quindi appartenente a una delle categorie per le quali la chiesa interdice l’accesso in chiesa della salma, per il feretro del tenore è stato concesso di allestire la camera ardente nel Duomo di Modena. Se è vero, (come il Papa e l’ultimo dei suoi vicari non si stancano mai di ripetere durante le loro retoriche e stereotipate omelie), che agli occhi di Dio siamo tutti uguali, che la morte annulla le differenza in terra tra gli uomini, e, soprattutto, che la chiesa è la  rappresentante di Dio in terra, perché a Welby furono negati i funerali cattolici mentre a Pavarotti sono stati concessi in pompa magna? Sembra proprio che la Chiesa è pronta a perdonare i presunti peccati reali, (a suo modo di vedere) di un uomo potente, gloria nazionale, onorandone la memoria, mentre non transige per quanto concerne quelli (solo intenzionali) di un povero disgraziato condannato a vivere come un vegetale al punto da invocare disperatamente la morte come una liberazione!Se davvero agli occhi di Dio siamo tutti uguali, a quelli della chiesa no di sicuro!Alla faccia della coerenza e della santità!