LA VOCE DI KAYFA

Che altro ancora?


Certamente l’avrete appresa ieri dai telegiornali o l’avrete letta questa mattina sui quotidiani. Fatto sta che la notizia in sé avrebbe del clamoroso se l’episodio si fosse verificato in qualunque altra città dell’ultramoderno occidente, ma non a Napoli dove tutto, purtroppo, è possibile. Ieri al PalaVesuvio di Ponticelli, alla periferia del capoluogo campano, mentre era in corso di svolgimento il terzo set dell’incontro di tennis tra l’azzurra Francesco Schiavone e la spagnola Nuria Llagostera Vives valido per la Federetion Cup, la coppa Davis femminile, è stato necessario sospendere il match perché sulla riga di fondo campo si era creata una pozzanghera causata da un’infiltrazione d’acqua proveniente dal tetto. Cose dell’altro mondo direte voi! Assolutamente no, rispondo io, se considerate il disastro munnezza in cui versano Napoli e la regione Campania l’emblema dell’evidente incapacità di chi ha amministrato nel corso degli anni la cosa pubblica nella città e nella regione. E per piacere qualcuno non mi venisse a dire che anche per l’acqua che piove giù dal tetto di un impianto sportivo le responsabilità sono da spartirsi tra gli amministratori e la cittadinanza indolente, come finora è stato fatto per quanto concerne la catastrofe pattume!Seppure, rapportata alla tragedia rifiuti, l’infiltrazione d’acqua del Palavesuvio è una “sciocchezza”, (ma sciocchezza non è affatto perché è l’ennesima testimonianza di un lavoro fatto male, e soprattutto di una totale mancanza di controlli periodici sull’operato eseguito!), essa è l’ulteriore segnale che, “passo dopo passo”, come era solito ripetere Bassolino in tempi per lui non sospetti, uno alla volta i nodi di quella che è stata una cattiva gestione della cosa pubblica vengono al pettine. Di qui a breve chissà cos’altro ci aspetta?