LA VOCE DI KAYFA

Orchi cattedratici


A leggere il numero e, soprattutto, il ceto sociale d’appartenenza di quanti sono finiti sotto inchiesta nell’indagine sulla pedofilia on line e sul turismo sessuale portata avanti dalla Procura della Repubblica di Siracusa c’è da rabbrividire: 110 persone indagate, molte sposate e con figli, sparse in maniera uniforme sul territorio nazionale, che in modo altrettanto uniforme – democratico verrebbe da dire, volendo usare un  tragico eufemismo – dimostrano come il morbo della pedofilia non sia particolare esclusiva degli ambienti clericali, bensì un male che non risparmia nessun ambiente sociale e regione della penisola. Meccanici, operai, insegnanti, dirigenti aziendali, funzionari statali, consulenti di uffici giudiziari, esponenti delle forze dell’ordine, professori universitari, sociologi sono finiti sotto inchiesta per aver scaricato da internet ed essersele poi scambiate immagini pedopornografiche. Addirittura il professore universitario, fermato al suo rientro dalla Thailandia, è stato trovato in possesso di filmini in cui era protagonista con dei bambini! E che dire del sociologo, una di quelle eminenze grigie cui ci si rivolge quando si cercano risposte a simili tragedie, quando occorre effettuare una perizia su di un bambino per stabilire se davvero, come dichiara, è stato oggetto di abuso sessuale da parte di un adulto,  anche lui coinvolto nell’inchiesta? Che il male alberghi dappertutto non lo scopriamo ora. Ma che addirittura possa trovare casa finanche lì dove la cultura dovrebbe spadroneggiare e quindi dovrebbe esserci maggiore disciplina nei costumi, rispetto per le minoranze dimostra che certe tendenze, certi vizi, certi mali, chiamateli come volete, prescindono dal livello intellettuale delle persone. Che quando è l’anima ad essere ammalata, niente e nessuno può apporvi rimedio!