LA VOCE DI KAYFA

Bassolino, fine di un mito


Il rinvio a giudizio del Governatore della Campania Antonio Bassolino, unitamente ad altre 27 persone tra cui spiccano l'ex vicecommissario all'emergenza rifiuti Raffaele Vanoli, l'ex subcommissario Giulio Facchi, Pier Giorgio Romiti e Paolo Romiti, rispettivamente ex amministratore delegato dell'Impregilo e ex dirigente dell'Impregilo e della Fisia Italimpianti, per presunte irregolarità nel ciclo di smaltimento dei rifiuti all’epoca in cui il Governatore della Campania ricopriva anche l’incarico di Commissario per l’emergenza rifiuti, di sicuro pone non poco imbarazzo in Veltroni e nei vertici del PD in virtù della campagna “liste pulite” di cui il massimo partito del centrosinistra italiano si è fatto promotore in vista delle prossime elezioni politiche. Inibire la candidatura per raggiunti limiti d’età di De Mita, - proponendo però a Milano quella dell’oncologo Umberto Veronesi che di anni ne ha tre in più! - e a chi ha procedimenti penali in corso o è stato giudicato in definitiva, lasciando poi che uno dei vertici del proprio partito, (Bassolino è uno dei 46 saggi del PD), governatore di quella regione dove è in atto un disastro ambientale senza precedenti, nonostante sia ritenuto dai giudici presunto corresponsabile di quell'immane tragedia sociale continui a sedere tranquillamente sul “trono” come se la cosa non lo riguardasse, avrebbe del paradossale, sembrerebbe davvero surreale. Ma soprattutto potrebbe ritorcersi contro il PD in vista delle elezioni perché certamente un atteggiamento così palesemente contraddittorio non sfuggirebbe agli avversari che lo stigmatizzerebbero affinché Veltroni perda credibilità agli occhi della gente perdendo dunque voti! E poi non dimentichiamo l’apparentamento del PD con l’IDV di Di Pietro il quale giovedì sera ad Anno Zero, rispondendo alla Santanchè sulle proprie vicende giudiziarie che lo costrinsero a dimettersi da Ministro, rispose “per me viene prima il Giudice e poi il Parlamento” , intendendo che un parlamentare deve essere scevro da macchie per essere credibile nei confronti dell’opinione pubblica! Come la prenderebbe Di Pietro se nonostante il rinvio a giudizio, Bassolino continuasse ad esercitare il proprio governatorato senza che i vertici del Pd intervengano per rimuoverlo mostrandosi coerenti con i progammi firmati? È vero, la nostra costituzione prevede la presunzione d’innocenza fino alla condanna definitiva, ma non sarebbe uno smacco per un partito che vuole accreditarsi agli occhi degli italiani a tutti i costi come il nuovo che avanza lasciare in carica un proprio rappresentante inquisito quando proprio lo statuto del partito prevede l‘esclusione degli inquisiti dalle cariche? E non dimentichiamoci dell’ex governatore della Sicilia Cuffaro condannato in primo grado “semplicemente” , sono parole sue, “per favoreggiamento e non per associazione mafiosa” motivo per il quale si sentì in diritto di offrire cannoli e di non dimettersi. Non fu proprio la presenza di Cuffaro al governo dell’isola un elemento su cui il centrosinistra italiano per anni ha delegittimato e attaccato il centrodestra? Lasciare che Bassolino continui a governare la Campania, dopo un tale precedente, fino alla fine del mandato, acquisendo addirittura la gestione di quella stessa tragedia per cui è sotto inchiesta allorché De Gennaro andrà via non apparirebbe agli occhi dell’opinione pubblica un’immane contraddizione, un‘offesa all‘intelligenza umana, una presa per i fondelli per non dir di peggio? Ma soprattutto non apparirebbe Veltroni come uno di quei tanti politici che “predicano bene ma poi razzolano male” cui lo stesso Segretario del PD fa spesso riferimento in chiave ironica nei propri comizi, ricevendo applauisi a scena aperta?