LA VOCE DI KAYFA

USA/Italia, la politica va a puttane


"Chiedo scusa a tutti i cittadini di New York che hanno creduto in me e alla mia famiglia, che mi è stata vicina finora. Ho sbagliato, mi dispiace di avervi deluso ma credo che ogni figura pubblica debba pagare le conseguenze delle sue azioni. Provo profondo rimorso, sono umano e ho sbagliato. La lezione che si può trarre è quella di cercare di migliorare e farò di tutto per farlo". Con queste poche ma lapidarie parole, Eliot Spitzer, Governatore di New York politicamente  in quota al partito democratico della Clinton, durante una conferenza stampa affiancato dalla moglie, ha detto addio alla sua carriera politica e, presumibilmente, anche al matrimonio. Spitzer, noto per le sue crociate moralizzatrici che spinsero la rivista Time a nominarlo crociato dell’anno nel 2002, intercettato telefonicamente mentre contattava l’esclusivo Emperors Club per incontrarsi con una squillo d’alto bordo in un albergo di lusso della sua città per appagare, pare, il vizietto di fare sesso anale senza profilattico, non ha tergiversato più del dovuto, né ha alzato la voce proclamandosi vittima di una macchinazione repubblicana, seppure sa di esserlo, nel decidere di gettare la spugna. Diversamente dai nostri politici che quando vengono sorpresi a tramare al telefono contro quello stesso Stato che rappresentano, o a pianificare azioni dubbie anche nell’ambito del proprio privato,  - magari fotografati, come capitò a Sircana portavoce di Prodi mentre in auto transitava per i viali romani alla ricerca di un transessuale per regalarsi un attimo di trasgressione, oppure sorpresi in compagnia di un poker di belle ragazze nella propria villa al mare come fu per Berlusconi la scorsa estate; se non addirittura beccati in flagrante, o quasi, mentre trombano un’intera notte con più di una puttana, dopo aver sniffato cocaina, per colmare il bisogno d’affetto derivante dallo stare troppo tempo lontani da casa, uno dei tanti  “sacrifici” imposti dalla vita parlamentare”, come capitò al deputato dell’UDC Mele stando alla giustificazione del suo segretario di partito Cesa -  che in simili casi anziché avere il buon gusto di dimettersi dalla carica occupata, per dare il tempo alla magistratura o a chicchessia di fare chiarezza su quanto trapelato, alzano la voce lanciando strali sui magistrati che si sono permessi di ledere la loro privacy autorizzando le intercettazioni, delegando il Parlamento a emettere leggi che le vietino e ne impediscano la pubblicazione sui giornali una volta che i magistrati hanno depositato gli atti rendendoli fruibili da tutti. Adoperandosi nel contempo di rimuovere dall’incarico quei giudici che hanno avuto l’ardire di indagarli, facendoli passare per matti o giù di lì, e querelando quei giornali che si sono permessi di svelare all’opinione i propri altarini privati.Visto che più di un politico italiano, sia di centrodestra sia di centrosinistra, tende a citare come esempio da imitare gli USA quando parla di democrazia, sarebbe il caso questi signori prendessero si riferissero in maniera integrale al modello americano e non solo per questioni di convenienza personale,  glissando su altri aspetti come quello testé citato dove è evidente che nessun uomo di Stato è al di sopra delle parti al punto da sognarsi di mettere in discussione il valore giudiziario delle intercettazioni telefoniche e l’autorità di chi le autorizza, avendo il buon gusto di fare pubblica ammenda se la propria immagine ne esce sporcata, lasciando dignitosamente la poltrona senza alzare la voce evocando lo spettro del partito dei giudici, delle toghe rosse, nere o di qualsiasi altro colore!