LA VOCE DI KAYFA

Dina Dore, tragedia o cosa?


Il modo “casuale” con cui alle 2,30 di giovedì notte gli inquirenti hanno rinvenuto nel bagaglio della sua macchina parcheggiata nel garage di casa il cadavere di Dina Dore, la trentasettenne sarda uccisa mercoledì sera, molto probabilmente durante un tentativo di rapimento conclusosi tragicamente, non può riportare alla mente le confuse modalità con cui gli investigatori nel giugno del 2006 intrapresero le ricerche di Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina di Puglia i cui corpi furono rinvenuti “casualmente” poco più di  un mese fa in un pozzo mentre i vigili del fuoco liberavano un  bambino che vi era caduto dentro mentre giocava con gli amici, addirittura estendendo le ricerche fino in Romania, per poi incriminare con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere il padre dei due fratellini. Della vicenda di Ciccio  eTore fa soprattutto rabbia pensare che durante le ricerche gli investigatori si affacciarono nel pozzo ma, non vedendo nulla nel fondo, spostarono le ricerche su altri versanti senza preoccuparsi di munirsi di una mappa per sapere che in fondo al baratro si apriva una sala interna, quella stessa dove sono poi stati rinvenuti i resti dei fratellini.Per quanto concerne il ritrovamento del corpo di Dina Dore, considerando che la denuncia della scomparsa della donna fu fatta dal marito intorno alle 21 di mercoledì 26, stupisce che gli inquirenti, una volta giunti nella casa, appurato che si trattava di un rapimento, non abbiano subito guardato nei luoghi chiusi tra cui il bagagliaio della vettura dove era racchiuso il corpo, bensì lo abbiano fatto “solo” alle 2,30 durante i rilevamenti scientifici di routine. Se dall’autopsia risultasse che la donna è deceduta tra le 21 e le 2,30, arco di tempo in cui gli investigatori erano in casa per raccogliere indizi utili per le ricerche, cosa accadrebbe?