LA VOCE DI KAYFA

Del Turco e i moralismi di Veltroni


L’arresto del Presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, esponente di spicco del PD, per aver incassato una presunta tangente di circa 6 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità regionale, lascia sconcertati non tanto perché ad essere coinvolto è un politico del centrosinistra, la corrente avversa a Berlusconi e, come sostiene Veltroni, al malaffare (?), bensì perché in passato Del Turco ha ricoperto cariche importanti a livello istituzionale quali quella di Ministro delle Finanze nel secondo governo Amato, e soprattutto di Presidente della Commissione Antimafia.Solo pensare che una persona indagata per tangenti sia stata investita di un ruolo tanto delicato nella lotta alla criminalità organizzata, unitamente a quelli di ministro della Repubblica e Presidente di Regione, fomenta nel cittadino infiniti dubbi e perplessità sul modo alquanto allegro o comunque distratto con cui nel nostro sistema governativo vengono dispensate le cariche pubbliche.Delegando  l’affaire Berlusconi/Carfagna alle pagine del gossip, tali sviste, (chiamiamole così), spingono il cittadino a pensare tutto il peggio che si può sull'esistenza di supposte commistioni tra politica e criminalità; ciò alimenta nel suo animo quel sentimento di antipolitica tanto aborrito e condannato dai politici e dai loro servitori della carta stampata e non solo.Anteponendo ai dubbi la realtà della cronaca odierna, visto che Del Turco è l'ennesimo Presidente di Regione in quota PD  a finire sotto inchiesta per presunti reati commessi contro quella stessa società che in virtù del ruolo che ricopre dovrebbe tutelare, (l’altro è il governatore della Campania Bassolino per lo scandalo rifiuti, e se ce ne fossero altri segnalateli), tutto ciò indica che alla fonte del nostro sistema politico qualcosa non funziona come si dovrebbe in una Vera democrazia visto che in entrambi gli schieramenti si ha l’insana abitudine a collocare in ruoli di comando persone che hanno o problemi giudiziari in corso, (primo tra tutti il Presidente del Consiglio), emendando leggi a loro tutela, o che, a quanto pare,  non si creano pregiudizi nello sfruttare il potere per arricchirsi alle spalle dei cittadini una volta assurti all’empireo istituzionale.Contrariamente a quanto recita il proverbio, almeno in politica, sembra proprio che in Italia bisogna fare di tutta un erba un fascio. Alla faccia dei moralismi di Veltroni tesi a biasimare  il centrodestra per l'operato di governo, a suo dire, inadeguato con le reali esigenze del paese!