LA VOCE DI KAYFA

Obama snobba l'Italia


L’enfasi con cui i media italiani hanno seguito il tour internazionale di Barack Obama, il candidato democratico alla Casa Bianca, ha ingiustificatamente sottaciuto il particolare, non certo irrilevante in previsione di quella che potrebbe essere la politica estera americana se Obama sarà eletto nuovo Presidente degli USA,  che nel suo viaggio il candidato di colore non ha inserito l’Italia tra le tappe europee, limitandosi alla Germania, alla Francia e all’Inghilterra dove è stato accolto con tutti gli onori che si convengono a un Capo di Stato, catalizzando centinaia di migliaia di persone entusiaste  ai suoi discorsi. Essendo il nostro paese militarmente impegnato in prima linea sia in Afghanistan sia in Iraq in  missioni di pace al fianco degli americani che in più di un’occasione pubblica non hanno lesinato elogi all’operato dei nostri soldati, il non aver incluso Roma nel suo viaggio alimenta un’infinità di dubbi sulla considerazione che Obama nutre sia  verso Berlusconi, che da sempre vanta la propria amicizia con Bush, sia verso Veltroni e il centrosinistra italiano, che in campagna elettorale aveva adottato lo slogan “si può fare!” facendo il verso al Yes, we can scandito da Obama durante le primarie! Ma soprattutto impone una riflessione: la mancanza nel tour all’estero di Obama  di una tappa italiana non può considerarsi come la tacita conferma che, contrariamente alle reiterate affermazioni di stima e di amicizia degli USA nei confronti del nostro paese, indubbiamente imposte dalla diplomazia, l’America considera l’Italia non un alleato fidato e fedele bensì un suddito sempre pronto a calarsi le brache ogniqualvolta il padrone fa sentire la voce magari per ampliare le proprie basi militari sul territorio o per installarvi missili a testata nucleare senza dire niente a nessuno, o per armarsi e partire in guerra non appena il boss lo richiede perché al capo non si può dire di no? Molto più semplicemente, l'esclusione dell'Italia dal tour non potrebbe significare che Obama e il suo staff non considerano l'attuale classe politica italiana degna di considerazione per cui non valeva la pena fermarsi a Roma?