LA VOCE DI KAYFA

Opportunismo e arrivismo la fonte dei mali di Napoli


 
Domenica scorsa in un lungo e intenso articolo apparso sul Corriere del Mezzogiorno, Isaia Sales, ex consigliere economico del Governatore Bassolino, spiega quelli che secondo lui sono i motivi del fallimento del centrosinistra in Campania in quindici anni di governo. A sue dire le cause sarebbero una oggettiva e l’altra soggettiva: quella oggettiva sarebbe rappresentata dall’intromissione delle esigenze della politica nazionale con quelle locali dopo un primo periodo in cui i sindaci eletti direttamente dal popolo avevano autonomia di scelta, indipendentemente da quelli che erano i bisogni politici del partito di appartenenza, da cui derivò il cosiddetto Rinascimento napoletano della prima era Bassolino. Nel momento in cui la dirigenza nazionale del partito iniziò a pressare Bassolino affinché si alleasse con la Margherita di De Mita e con Mastella, che aveva mandato all’aria, tanto per non cambiare, la giunta regionale Rastrelli cui l’UDEUR apparteneva per allearsi con l’Ulivo ricevendone in cambio la presidenza del consiglio regionale della Campania (dal 2005 Sandra Lonardo Mastella, moglie dell’ex guardasigilli del secondo Governo Prodi ne è appunto il Presidente), nonché una diretta gestione demitiana della Sanità in Campania da cui non si può escludere che l’UDEUR abbia avuto anche in questo ambito il proprio tornaconto visto che i mali giudiziari che hanno portato alla fine politica di Mastella e del suo partito sono derivati proprio dall'inchiesta sulle nomine ospedaliere da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere, (che portò agli arresti domiciliari, poi revocati, della signora Mastella e di altri rappresentanti del campanile),  dove risultava che l'UDEUR avesse voce in capitolo, quella situazione pasticciata in nome del potere sancì la fine del rinascimento e l'inzio del dacadimento napoletano. Tutto ciò avveniva, nonostante le contrarietà di Bassolino, affinché anche in Campania si delineasse quel quadro di alleanze che aveva dato vita all’Ulivo, preambolo indispensabile per la nascita del PD veltroniano di cui Bassolino insieme al Sindaco di Napoli Iervolino è uno dei 46 saggi che hanno lavorato alla costituzione dello statuto del partito. Se queste sono in sintesi le cause oggettive del fallimento del centrosinistra in Campania, quelle soggettive deriverebberro dall’arrivismo di Bassolino il quale, pur di ricoprire un incarico di prestigio nel partito a livello nazionale, alla fine cedette alle istanze di De Mita e Mastella, facendo in questo modo non solo gli interessi del partito ma anche i propri valutando queste aperture delle vere e proprie chiavi di accesso per ricoprire politicamente, quando sarebbe terminata la propria funzione locale, un  ruolo di prestigio nel proprio schieramento. Altro aspetto soggettivo cha avrebbe inciso negativamente sulla politica del centrosinistra in Campania sarebbe il fatto che Bassolino ha sempre vissuto la propria candidatura e elezione a Presidente della Regione come una sorta di bocciatura, una vera e propria retrocessione politica in quanto, mentre come sindaco aveva assoluta autonomia decisionale, come Presidente regionale era costretto a trattare con i vari enti preposti ai servizi delegando loro il potere realizzativo tanto che ad un certo punto, messosi l’animo in pace che le cose dovevano andare in quel modo, si sarebbe acquietato E si sa che nelle istituzioni quando il leader si acquieta comincia il regno della gestione, e si perdono via via tutti i riferimenti strategici e qualche volta anche quelli morali.  Ma il vero punto debole di Bassolino, secondo Sales, sarebbe stata la convinzione che basta ideare una politica perché automaticamente si realizzi. Per lui l'ideazione contiene già in sé la realizzazione. Si è sempre disinteressato alla «manutenzione » delle idee, che nella vita amministrative vuol dire fatica quotidiana a metterle in atto, a schivare e a superare gli impedimenti, umani, politici o burocratici che si frappongono. In quindici anni di governo in Campania, il centrosinistra italiano avrebbe sacrificato le esigenze e i bisogni di una città e di un’intera regione a quelle delle politiche personali per l'acquisizione del potere a livello nazionale, imponendo alleanze malviste da chi governava localmente per “mere” ragioni opportunistiche di potere, per poi defilarsi, scaricando sui responsabili locali le colpe di una mala gestione, allorché il marcio veniva a galla quasi che non fosse dipeso da “sé" tutto quel bailamme! E anche l’emergenza rifiuti, come osserva Sales, sarebbe conseguenza di questo gretto opportunismo teso a non scompaginare la colalizione di governo, inducendo il centrosinistra a glissare sul da farsi per arginarla poiché bastavano in quel momento poche e chiare decisioni del Governo nazionale per ottenere quei risultati che Berlusconi ha ottenuto appena un anno dopo. Ma il peso che i Verdi e Rifondazione avevano nel Governo Prodi era così condizionante da impedire decisioni che tutti sapevano necessarie per trovare una via d'uscita dalla crisi. Si è alla fine scelto (non so quanto consapevolmente, in ogni caso irresponsabilmente) l'acuirsi della crisi dei rifiuti in Campania pur di garantire la stabilità  della coalizione governativa nazionale. E poi dicono che la colpa dei mali di Napoli è di noi napoletani, della nostra indolenza, della nostra inciviltà, della nostra cattiva educazione, del nostro essere criminali, del nostro essere animali!