LA VOCE DI KAYFA

Risparmiatori, attenti agli squali


 
La storia insegna che qualunque cosa accada in America, in grado di influenzare gli stili di vita delle persone, nel tempo si estende a macchia d’olio a tutto il mondo occidentale, e non solo, soprattutto quando si tratta di moda e di economia. Stabilito quanto sopra come una verità assoluta, difficilmente confutabile, premesso che il sottoscritto è del tutto ignorante in materia finanziaria, mi sorprende l’apparente sufficienza con cui nel nostro paese si sta guardando alla crisi dei mutui americani che fino ad oggi ha portato alla chiusura di ben 12 banche di investimento, obbligando l’amministrazione Bush ad intervenire con una massiccia iniezione di denaro pubblico nelle casse di altri istituti di credito per evitarne il fallimento. Ma soprattutto mandando letteralmente sul lastrico intere famiglie che dall’oggi al domani si sono trovate senza casa, costrette a vivere in auto o da parenti, perché i tassi d’interessi dei mutui contratti per l’acquisto di una dimora erano talmente levitati che non avevano più la possibilità di pagare, causando con la propria insolvenza il disastro economico in atto in queste ore negli USA.Questa mattina intorno alle 11 su radio RTL102,5 trasmettevano un programma dove si affrontava la questione relativa all’etica delle banche e alla situazione dei mutui in Italia. Stando a quel che ho ascoltato, il quadro che ne è venuto fuori non è certo dei più lusinghieri per il nostro sistema creditizio. Pare che in molte banche, soprattutto in passato quando i tassi di interesse erano ai minimi storici, vi fosse la tendenza a spingere i clienti a contrarre mutui a tasso variabile convincendoli che nel tempo, se anche il tasso fosse aumentato, la rata del mutuo sarebbe levitata di poco rispetto a quella originaria! Non solo ma a quanto sembra i dipendenti delle banche hanno la possibilità di aprire un mutuo con un tasso fisso del 3,20%, per tutta  la durata del muto  cosa praticamente impossibile per un cliente normale. È vero che i dipendenti di qualunque azienda hanno delle agevolazioni rispetto ai altri, clienti ma questo non li autorizza certo a suggerire il falso per fare gli interessi del datore di lavoro come ha raccontato un ascoltatore intervenuto in trasmissione: sette anni fa questo signore contrasse un muto ventennale a tasso variabile su indicazione dell’impiegato della banca cui si rivolse. Quando espose i suoi dubbi chiedendo se nel tempo il tasso potesse aumentare tanto da far levitare enormemente l’importo della rata, gli fu risposto che un aumento di certo ci sarebbe stato ma che si sarebbe trattata di ben poca cosa: questo signore oggi è costretto a vendere la casa perché dall’importo iniziale della rata mensile del mutuo di €510 oggi è costretto a pagarne più di 800! L’esperto presente in studio ha dichiarato che da parte dell’impiegato della banca si è trattato di un vero gesto di disonestà perché è praticamente impossibile fare una previsione a lungo termine riguardo l’andamento dei mercati finanziari, da cui deriva l’aumento del tasso di interesse del mutuo, visto che lo è già farne una per quanto concerne l’andamento del mercato nell’arco di pochi giorni. Insomma la storia è sempre la stessa, a rimetterci alla fine è sempre il cittadino onesto e sprovveduto che, consapevole dei propri limiti, pur di investire, allo scopo di farli fruttare, quei pochi soldi che dispone, è quasi sempre vittima degli squali in giacca e cravatta, dalle mani ben curate e dal sorriso splendente, che aspettano solo che i pesci piccoli vadano da loro per proporgli investimenti infruttuosi che alla fine gioveranno solo alla banca, come avvenne per i bond argentini o per le azioni Parmalat, offerte da molte banche ai propri clienti che volevano investire a prezzi di comodo quando nell’ambiente finanziario si sapeva da mesi che quei titoli non valevano una cicca e che a breve sarebbero falliti mandando sul lastrico quanti li avevano acquistati!Fino e ora pare che l’Italia sia immune dal male che ha colto molte banche americane e recentemente anche qualcuna inglese. Certo, essendo l’Inghilterra l’alleato europeo per eccellenza degli USA questo potrebbe giustificare quanto sta avvenendo in maniera speculare rispetto all’altra parte dell’oceano nel Regno di sua Maestà Britannica. Ma visto con quanta discrezione e scaltrezza le banche italiane tutelano i propri interessi a scapito dei piccoli investitori, non sorprenderebbe che all’improvviso anche nel nostro paese molte di esse saranno costrette a chiudere, mandando sul lastrico quanti hanno depositato il proprio denaro nelle loro casse attratti da offerte che nemmeno in un ipermercato si sognerebbero di fare!  Per saperne di più, leggete qui e qui