LA VOCE DI KAYFA

Maroni, parole di buonsenso


Chi occupa e impedisce di studiare sarà denunciato. Ma finora la continuità didattica è stata garantita. Con questa frase molto diplomatica pronunciata ieri, (che nella sostanza accontenta un po’ tutti, sia chi auspicava, e forse auspica ancora, al ricorso delle forze dell’ordine per riportare la calma nelle università e nelle scuole superiori occupate dagli studenti per protesta contro la riforma della scuola varata dal governo, sia da chi invece segue con simpatia quest’ennesimo movimento studentesco nato nel Bel Paese all’indomani dell’insediamento di un nuovo governo – non fa differenza se di destra o di sinistra - essendo uno di quei tanti eterni nostalgici del 68 che in Italia non si contano, soprattutto in ambienti della sinistra, che darebbero chissà che perché ritorni quell’epoca), il Ministro degli Interni Roberto Maroni ha di fatto dimostrato d’essere un uomo dotato di profonda saggezza e pragmatismo. In effetti, così dicendo, Maroni non elude a monte le responsabilità che gli competono bensì pone una condicio sine qua non di matrice “puramente” legislativa senza la quale nel nostro paese le forze dell’ordine non hanno facoltà d’intervento, ovvero l’esplicita necessità di una denuncia da parte di terzi che le occupazioni in atto sono atti criminali che ledono il diritto allo studio di chi vorrebbe entrare nelle aule e continuare a fare lezione, ma non può perché impedito da un gruppo di facinorosi, per cui l’intervento della polizia è indispensabile per ripristinare un diritto costituzionale!Chiunque da ragazzo ha vissuto un movimento studentesco, seppure post-sessantottino, sa che difficilmente qualcuno si prenderà la briga di denunciare gli organizzatori di una manifestazione o di un’occupazione scolastica affinché si ritorni nelle aule a studiare, non fosse altro per tutelare se stesso o i propri figli da probabili rappresaglie fisiche e morali (quasi sempre le seconde fanno più male delle prime perché feriscono l’anima) da parte di chi ha organizzato o appoggia il movimento. Nello stesso tempo difficilmente il preside di una scuola occupata denuncerà l’occupazione, chiedendo l’intervento delle autorità preposte per ripristinare l’attività didattica nel proprio plesso, in quanto, se lo facesse, non solo si inimicherebbe gli studenti e parte del corpo insegnante, (che spesso è “idealmente” schierato con gli studenti), oltre ovviamente a “macchiare” il proprio curriculum con un gesto che lo qualificherebbe, agli occhi sia degli addetti ai lavori sia dell’opinione pubblica, come un fascista; ma rischierebbe di essere accusato d’essere il mandante di una mattanza, se tra studenti e forze dell’ordine scoppiasse il putiferio e qualche ragazzino ne uscisse con le ossa rotte! Chi è così folle da rischiare tanto?Allo stesso modo, per quanto concerne le università, essendo autonome, solo se vi fosse un’esplicita denuncia da parte dei rettori le forze di polizia potrebbero intervenire per liberarle dagli occupanti. Ma anche in questo caso quale capo d'istituto sarebbe talmente folle da inimicarsi gli studenti e mettere a rischio la carriera, oltre ad alimentare pericolosi tensioni tra universitari e forze di polizia rischiando d’essere la causa scatenate di una seconda scuola Diaz di Genova?Senza alcuna esplicita denuncia da parte di cittadini, insegnanti o presidi le forze di polizia mai potranno intervenire per sedare le manifestazioni in corso, limitandosi a vigilare che tutto proceda senza incidenti. Aggiungendo finora la continuità didattica è stata garantita il Ministro Maroni ha tacitamente ammesso che, al momento, non vi sono le condizioni che giustifichino l’intervento delle forze dell’ordine per sedare le manifestazioni per cui chiunque ne auspichi l’azione è meglio che riponga nel cassetto le speranze e tenga per sé gli avvisi ai naviganti.Per grazia di Dio siamo ancora una democrazia, non una dittatura! (a riguardo si legga L'IPOTESI DI PIERO CALAMANDREI pubblicata su giornale wolf)