LA VOCE DI KAYFA

Veltroni parla al vento


L’altra sera, mentre facevo zapping col comando del televisore, sullo schermo apparve Veltroni che parlava a Ballarò. Istintivamente cambiai canale e passai il telecomando ai miei figli che già si erano rassegnati a saltare la prima puntata di RIS! Papà, non ti vedi Ballarò?, mi chiese il più piccolo stupito. No! Perché? domandò l’altro, sintonizzando il televisore su Canale 5. Perché sono stanco di sentire sempre le stesse cose! Ieri in ufficio, un collega mi chiese se avessi visto Ballarò. No, C’era Veltroni, Lo so, non appena l’ho visto ho subito cambiato canale! Anche io rispose lui sorridendo, aggiungendo. Sono stanco di sentirli, lui e tutti gli altri politici! In seguito parlando con amici o conoscenti, ho scoperto che anche loro martedì sera, mentre facevano zapping, imbattendosi su Ballarò, cambiarono subito canale per non ascoltare il leader del PD, anche loro ormai stanchi di sentire la solita tiritera tesa ad imbonire l’opinione pubblica nei confronti di un partito che sembra essere giunta già alla frutta prima ancora di aver mangiato l’antipasto.Ovviamente martedì sera altrettante persone si saranno incollate d’avanti al televisore seguiendo Ballarò fino all’ultimo, annuendo o dissentendo a seconda di quel che si diceva, trovando il programma come al solito interessante; molto probabilmente martedì la trasmissione di Floris avrà fatto registrare un alto indice di ascolto con un elevato share in una determinata fascia. Ma sarebbe interessante sapere cosa è accaduto esattamente non appena a parlare era Veltroni; se gli appositi strumenti con cui vengono registrati i dati di ascolti indicavano in quel preciso istante una flessione di spettatori oppure no.Il fatto che diverse persone, le quali solitamente seguono con interesse Ballarò e programmi simili, martedì abbiano cambiato canale non appena appariva Veltroni, è sintomo che in una crescente fetta di opinione pubblica sta montando un risentimento profondo nei confronti del centrosinistra. Diversamente non potrebbe essere visto che fino a ieri i leader del PD e i loro alleati si ergevano a paladini della morale politica, criticando aspramente Berlusconi & c. Mentre oggi, come appare dalle inchieste in corso a Napoli, Potenza, Pescara, Firenze, sembra evidente che anche in quello schieramento si aggirano inquietanti personaggi per i quali fare politica non significa servire lo Stato e i cittadini bensì arrecare benefici a se stessi e ai propri amici proprio a danno dello Stato e dei cittadini. Del resto le evidenti difficoltà di Veltroni di affermare la propria leadership a Napoli, incapace di imporre una linea di condotta severa ed efficace nelle vicende politiche partenopee inerenti il PD, (dove il sindaco e il governatore della regione, entrambi del PD, seppure secondo i sondaggi siano in caduta libera nei consensi elettorali per via delle inchieste in corso sugli appalti comunali e sull’emergenza rifiuti che vedono coinvolti assessori ed ex assessori di centrosinistra, parlamentari di sinistra e di destra, nonché lo stesso governatore, sembrano fare orecchie da mercanti agli appelli garbati che giungono loro da Roma affinché si dimettano per non ledere ulteriormente l’immagine già disastrata del PD, muovendosi in totale autonomia rispetto  alla volontà del segretario, sminuendolo di fatto agli occhi dell’opinione pubblica), è una moneta di scambio che non poteva non sortire un effetto di sfiducia nella gente verso Veltroni le cui parole oramai appaiono sempre di più quelle di un uomo che parla al vento!