LA VOCE DI KAYFA

Bassolino sempre più solo


Come recita il proverbio, è proprio vero che non tutti i mali vengono per nuocere.L’irrimediabile catastrofe del PD in Campania, le cui conseguenze si stanno ripercuotendo in maniera negativa sul  partito di Veltroni a livello nazionale tanto che i sondaggi lo danno in caduta libera nelle preferenze elettorali, paradossalmente si sta rivelando un ottimo sedativo capace di placare  la presunta storica rivalità tra Veltroni e D’Alema. Lo scorso anno, poco prima che la campagna elettorale iniziasse ufficialmente, lo scoppio dell’emergenza rifiuti in Campania e il rinvio a giudizio del governatore Bassolino nell’inchiesta che ne seguì, spinsero Veltroni a chiedere ufficiosamente in più di un’occasione  le dimissioni di Bassolino contando sul suo senso di responsabilità per evitare che le immagini della spazzatura che invadeva le strade di Napoli e di altri comuni campani "in giro" per il mondo sortissero effetto negativo nella tornata elettorale. Ciononostante in aiuto di Bassolino scese in campo direttamente D’Alema, cui il governatore fino all’altro ieri era molto vicino, candidandosi come apri lista nel collegio elettorale che solitamente apparteneva al governatore, compiendo un gesto di solidarietà verso l’amico tutelandone non solo gli interessi politici ma soprattutto l’immagine sporcata dalla mondezza napoletana! Molto probabilmente l’incondizionato appoggio di D’Alema a Bassolino spuntò la determinazione di Veltroni sulle dimissioni del governatore. Ma ora che l’inchiesta global service sta travolgendo il PD campano con gli arresti di assessori e ex assessori del partito, il coinvolgimento del parlamentare Lusetti del PD e le dimissioni del segretario provinciale Nicolais a seguito della registrazione fatta a sua insaputa dal sindaco Iervolino durante una conversazione tra lei lo stesso Nicolais e il segretario Iannuzzi per decidere i nomi che avrebbero composto la nuova giunta comunale, gettando nel ridicolo l’intero partito, era presumibile che i vertici del PD dovessero correre ai ripari per recuperare la faccia nei confronti dell'opinione pubblica prima che fosse troppo tardi. L’occasione l’ha offerta D’Alema alcune settimane fa durante una puntata di MATRIX in cui ammise che dopo 15 anni in Campania era giunto il momento di cambiare e Bassolino doveva prendere atto di ciò. In pratica anche D’Alema implicitamente chiedeva le dimissioni del governatore che alcuni giorni dopo, in un’intervista, affermò l’autonomia dei poteri locali dai partiti, ponendo in pratica fine all’idillio con D’Alema. L’altro ieri a Roma l’insolito duo Veltroni/D’Alema ha incontrato Bassolino. Stando alle cronache pare non sia trattato di un faccia a faccia sereno, ma ci sarebbero stati momenti di tensione in cui il governatore avrebbe rammentato ai due leader di aver portato in ben quattro occasioni voti e successo al partito. Sempre secondo le cronache i due leader avrebbero chiesto a Bassolino di dimettersi a marzo quando ci sarà la verifica del Consiglio Regionale, promettendogli in cambio la candidatura alle europee di maggio.  Tale soluzione, da un lato, ci sembra alquanto incomprensibile: come può un partito che vuole risollevarsi dalla questione morale dando un chiaro segnale di discontinuità dall’inglorioso passato candidare nelle proprie liste chi viene invitato a dimettersi perché con la propria presenza “inquina” l’immagine del partito? Da un altro punto di vista la proposta di Veltroni a Bassolino potrebbe giustificarsi come la volontà dei vertici del PD di far sì che sia stesso il popolo di centrosinistra a far fuori il governatore, premesso si dimetterà, non eleggendolo come deputato europeo visto che, sempre secondo i sondaggi, la popolarità di Bassolino non supera il 20%.. E questo ben lo sanno i capi del PD!