LA VOCE DI KAYFA

Prevenzione incivile


Coloro che possiedono buona memoria, converranno  che ascoltando o leggendo i servizi e gli articoli giornalistici sul terremoto che ha distrutto L’Aquila e frazioni limitrofe si prova qualcosa di molto più forte di quel che potrebbe definirsi un senso di deja vu.  Si ha la convinzione, anzi meglio dire la certezza che le affermazioni, le denunce, le promesse, le polemiche che si scatenano ogniqualvolta una tragedia di dimensioni epocali coglie il nostro paese appartengono a un copione reimpostato, trito e ritrito, a disposizione dei protagonisti della vita pubblica e politica da almeno trent’anni ossia dal terremoto dell’Irpinia. Oggi come ieri e l’altro ieri sul banco degli imputati la mala politica, amministratori e imprenditori senza scrupoli  o incapaci e, non ultima, la protezione civile con in testa il suo capo Guido Bertolaso colpevole di aver sottovalutato gli sciami sismici che da oltre due mesi si susseguivano a L’Aquila, provocando cadute di calcinacci e crepe nei muri come avvenne nella Casa dello Studente, accartocciatosi poi  su se stessa al momento del terremoto seppellendo un elevato numero di giovani vite, o per non aver individuato preventivamente in una zona ad alto rischio sismico come L’Aquila aree in cui allestire tendopoli in caso di necessità, predisponendovi già gli attacchi per la luce e per l’acqua in modo da non avere difficoltà quando sarebbero dovute funzionare, dando adito a polemiche sulla tempestività o meno dei soccorsi. Così come è strutturata oggi la Protezione Civile italiana svolge funzioni di sostegno all’opera della CROCE ROSSA e dell’esercito, assistendo i sopravvissuti di una catastrofe, garantendo loro un tetto e un pasto caldo.Tuttavia ci si dimentica che il termine protezione è tacito sinonimo di prevenzione, per cui sarebbe interessante sapere se nelle funzioni della Protezione Civile rientra anche il compito di accertarsi se gli edifici in una zona ad alto rischio sismico siano costruiti con tecniche antisismiche, se è normale che in un territorio soggetto a frane o sulle pendici di un vulcano come è il caso del Vesuvio sorgano veri e propri paesi senza che nessuno dica o faccia niente per impedirlo. Oppure se tutto questo è compito dello Stato, degli amministratori locali o di qualcun altro mentre quello della Protezione Civile consiste unicamente nell’intervenire a disastro avvenuto a sostegno degli sfollati! Dal bailamme di parole e immagini strazianti che hanno riempito la settimana mediatica, che si sta concludendo con i funerali di Stato delle vittime del sisma, triste ripetizione di un passato purtroppo sempre vivo che sembra non aver insegnato nulla a chi di dovere,  traspare una realtà incontrovertibile: in Italia la parola prevenzione, soprattutto per molti che ricoprono incarichi di responsabilità nella salvaguardia dei cittadini e dei beni pubblici, è un termine esclusivamente da  vocabolario, da non attuarsi nella professione quasi fosse un seccante optional o addirittura una bestemmia da bandire se ci si vuole arricchire!