LA VOCE DI KAYFA

Saviano candidato alla Regione Campania


La notizia è di quelle alle quali non sai se gioire o imprecare: l’IDV di Di Pietro vorrebbe proporre come candidato del centrosinistra alle regionali del 2010 lo scrittore Roberto Saviano in opposizione a quella del PDL di Nicola Cosentino, indicato da cinque pentiti d’essere il referente politico dei casalesi,  su cui Roberto Saviano in passato ha scritto tanto.Istintivamente, apprendendo la notizia, sei portato a gioire perché ti immagini che l’avvento di Saviano sul trono di Palazzo Santa Lucia finalmente diraderebbe le tante ombre che offuscano la politica in Campania; pensi che la sua presenza alla guida della regione certificherebbe che finalmente la camorra troverebbe davanti a sé un muro invalicabile per affermare i propri loschi affari; ti immagini che i tanti presunti politici collusi con la criminalità organizzata si guarderebbero bene dal continuare nel loro sporco doppio gioco a danno di quella stessa società che dovrebbero servire e della quale invece si servono per arricchire se stessi e i loro “capi” clan; sogni che la presidenza di Saviano possa davvero rappresentare l’inizio di una nuova era in una regione da sempre terra di conquista per la politica e la criminalità organizzata che sempre più spesso pare passeggino a braccetto come due innamorati. Quando hai smesso di sognare, riaprendo gli occhi, ti rendi conto che la candidatura di Saviano alla regione è un’utopia per quattro motivi: 1) consapevole di quanto marcia sia la politica, lo scrittore difficilmente si lascerebbe strumentalizzare politicamente solo per fungere da specchietto per le allodole allo scopo di catalizzare sul proprio nome i voti degli elettori - soprattutto di quelli che, pur schierati a destra, trovano improponibile la candidatura di Cosentino per i motivo sopraccitati - sapendo che, se venisse eletto, si troverebbe prima di tutto a dover combattere una lotta intestina per via dei tanti legami tra politica/impresa/criminalità che nel corso degli anni passati si sarebbero venuti a creare nella gestione della “torta”. Categorie che di certo, pur facendo inizialmente buon viso a cattivo gioco, farebbero di tutto per “far fuori” Saviano e le persone di sua fiducia che presumibilmente   lo scrittore/Presidente proporrebbe in ruoli chiavi, per continuare ad arricchirsi impunemente; 2) difficilmente il partito di maggioranza del centrosinistra, il PD, appoggerà una simile candidatura non fosse altro perché Saviano è un uomo libero, né di sinistra né di destra, il quale, così come ha denunciato i presunti malaffari del centrodestra, non si è certo risparmiato nello stigmatizzare la superficialità con cui il centrosinistra arruola camorristi nelle proprie liste, per cui difficilmente plasmabile alla volontà dei vertici e alle esigenze del partito; 3) se per uno strano segno del destino Saviano fosse sconfitto da Cosentino la sua sconfitta si presterebbe a svariate illazioni, tra cui ipoteticamente quella secondo cui la gente avrebbe preferito la praticità politica di Cosentino all’affabulazione letteraria di Saviano perché tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare; 4) Roberto Saviano, buon per lui male per noi – nel senso che purtroppo mai lo vedremo sul trono di Palazzo Santa Lucia - è un uomo troppo intelligente per sottostare a simili “giochetti”, mai si lascerebbe ingabbiare e triturare nella morsa della politica, perdendo quel residuo barlume di libertà che gli resta da quando è costretto a vivere sotto scorta perché condannato a morte dai casalesi per aver svelato al mondo intero, attraverso le pagine di Gomorra, come è strutturata la loro società!