LA VOCE DI KAYFA

LE VOCI DELL'ANIMA


Secondo una cara amica virtuale, negli ultimi tempi il mio modo di scrivere, riferendosi ai post del mio blog, è cambiato. Sono in attesa di ricevere una sua chiarificazione. Tuttavia, presumendo che si riferisse alla pluralità di voci e di toni che traspariscono dalla mia "penna", mi dilungo un attimo in una sorta di apologia personale! Credo di aver dichiarato in uno dei miei primi post che la scrittura è stata il veicolo che, soprattutto da bambino, (ho iniziato a scrivere all'età di otto anni senza mai più smettere…), mi ha aiutato a superare la solitudine che mi avvinghiava particolarmente d'estate quando i miei amici partivano per le vacanze e io e la mia famiglia, insieme a pochi altri, trascorrevamo le ferie in città non avendo abbastanza soldi per  consentirci anche noi una vera vacanza. Per riempire il vuoto lasciato dall'assenza dei miei amici leggevo fumetti e romanzi gialli. Quindi scrivevo su una vetusta Olivetti anni quaranta prestatami da un'amica di mia madre che abitava nel palazzo, inventandomi storie che successivamente avrei raccontato sia agli amici d’infanzia, sia ai compagni di scuola alla ripresa dell'anno scolastico. Rileggendo quel che scrivevo, spesso mi sorprendevo che a scrivere quanto fossi stato io, (cosa che mi capita ancora oggi, a distanza di quasi trent'anni, ora che la scrittura è divenuta una parte della mia vita professionale). Mi sembrava che “quella voce” non fosse mia ma di un altro! Crescendo ho compreso che la scrittura è la VOCE DELL'ANIMA; cha la "penna" è l'alveo in cui il fiume dell'anima si incanala per sfociare nel suo delta rappresentato dal foglio di carta; che la pagina scritta è l’incarnazione dell'anima! Non a caso oggi la scrittura è adottata come terapia dalla psicologia moderna durante l'analisi di un individuo per capire esattamente chi sia! Che la mia amica abbia notato questa diversità di scrittura, mi fa piacere, ma penso si riferisse alla pluralità di voci che in queste pagina virtuali si sono alternate, non certo allo stile essendo quest’ultimo invariabile anche se affinabile. Sono partito in chiave ironica, parlando della macchina nuova; poi ho raccontato del fantomatico, scazziato Pasquale, (quanto prima tornerò a raccontarne qualche disavventura...); quindi sono passato alla poesia, all'esaltazione della femminilità e della passione, all'invito a VIVERE LA VITA E L'AMORE AD OGNI COSTO (in quest’aspetto, più che in ogni altro, ho manifestato me stesso senza pudore!) Se la mia amica si riferiva a questa pluralità di voci, credo che, per chi scrive essenzialmente per passione, sia del tutto normale alternare più voci in virtù degli stati d’animo che si trova ad attraversare. E poi, visto che ultimamente sono impegnato su svariati fronti professionali, (impiegatizi, giornalistici, ludici e pedagoci), credo che questa pluralità di voci derivi anche dall’intimo bisogno che sento di urlare al mondo la mia voglia di Vita, di Amore, di Amare ad ogni costo, per scrollarmi di dosso l’eccessivo peso derivante da tutto ciò in questi tempi mi circonda, rifuggendo per natura le convenzioni, gli status, amando la “nuda” Verità!