LA VOCE DI KAYFA

BERLUSCONI-FINI, FINE DI UN AMORE!


Dunque, dopo diciassette anni di vita politica in comune, culminata nel “matrimonio” di fine marzo 2009 con lo scioglimento e la fusione di AN e Forza Italia nel PDL, il nuovo soggetto politico di centrodestra, termina senza idillio il legame tra Berlusconi e Fini, con l’espulsione di quest’ultimo dal partito per evidente incompatibilità di intenti con la linea del PDL. A breve la stessa sorte toccherà a Bocchino e Granata finiani doc. Dopo averlo estromesso dal partito, Berlusconi vorrebbe che Fini lasciasse la presidenza della Camera in quanto la sua elezione fu opera della maggioranza all’indomani delle elezioni del 2008 che sancirono la vittoria del centrodestra. Secondo Berlusconi, avendo Fini tradito il mandato degli elettori, sarebbero gli stessi elettori del Popolo della Libertà a pretendere che lasci la presidenza della Camera. Sarà davvero così?A riguardo sorge più di un dubbio in quanto nella coalizione di centrodestra, soprattutto in quest’ultima legislatura, Fini si è sempre distinto per l’equilibrio con cui ha svolto gli svariati ruoli ricoperti, assurgendo ad emblema della difesa della costituzionalità, ogniqualvolta il Premier attaccava la Carta e le istituzioni, in primis il Presidente Napolitano, della legalità e moralità in politica! Come possa quella parte di elettorato del PDL ex aenneina legata in maniera quasi affettiva a Fini pretenderne le dimissioni solo perché ha avuto il coraggio di fronteggiare con impeto l’indiscussa leadership berlusconiana, difendendo nel PDL quei principi sacri ad AN non si capisce proprio. Allo stesso tempo è però chiaro il motivo per cui Fini, pur essendo stato espulso dal partito, è pronto a fondare una propria corrente all’interno del PDL  e continuare a sostenere il governo: così facendo tiene in scacco Berlusconi. Ed è probabilmente questo il motivo per cui il Premier, non escludendo elezioni anticipate per disfarsi una volta e per sempre di Fini,  sembra abbia dato mandato ai suoi di prepararsi ad allestire una dura campagna elettorale per fronteggiare la probabile candidatura nel centrosinistra di Nichi Vendola quale guida del centrosinistra se vincesse le primarie. Pur essendo omosessuale dichiarato, l’elezione e la rielezione di Vendola alla presidenza della regione Puglia ha dimostrato che, fortunatamente, in Italia vi è una buona fetta di elettori che se ne frega delle tendenze sessuali di un candidato, valutandolo unicamente per la sua serietà e capacità nella gestione della cosa politica.Contro Vendola a nulla servirebbe diffondere dossier denigratori, come sarebbe successo nel caso di Caldoro e di altri ipotetici "nemici" nella speranza di farlo fuori. Contro Vendola bisogna rispondere con i fatti e non con battutacce sulla sua dichiarata omosessualità.Il punto è: malgrado alcuni sondaggi dicano che in un ipotetico scontro primario Vendola-Bersani il primo prevarrebbe di 2 punti sul secondo, il PD avrà mai l’intelligenza e il coraggio di candidare il governatore della Puglia alla guida del centrosinistra per fronteggiare Berlusconi? Oppure, come è avvenuto alle amministrative pugliesi, cercheranno di farlo fuori ad ogni costo, proponendo candidati di legno per assicurare a Bersani, e indirettamente a chi ne sostiene la candidatura, di primeggiare alle primarie facendo in tal modo un enorme piacere a Berlusconi  che teme Vendola? Senza dimenticare Fini che di certo non rimarrebbe a guardare…