LA VOCE DI KAYFA

LA GIUSTIZIA? SOLO UN ORPELLO!


In questa estate calda, non soltanto meteorologicamente parlando, contrassegnata non dal ritornello di una canzone, come avveniva in passato, bensì dall’amletico dilemma “elezioni anticipate sì, elezioni anticipate no?” che strugge il Premier, i vertici del PDL, il leader della Lega Bossi e l’opposizione intera, premesso che quest’ultima esista davvero, lascerà sicuramente una traccia indelebile nella storia di questa travagliata Seconda Repubblica la decisione della FIAT di Melfi di riammettere subito in fabbrica, come stabilito dal giudice del lavoro, i tre operai allontanati dallo stabilimento perché la loro presenza era ritenuta destabilizzante per la produttività aziendale, ma a mezzo servizio. In pratica la FIAT accetta di reintegrare i tre operai, riconoscendo loro tutti i diritti retributivi previsti a livello contrattuale, limitandone però l’operato solo a livello sindacale in una saletta,  senza lavorare alla catena di montaggio spalla a spalla con gli altri dipendenti! Una decisione inaccettabile secondo la FIOM, che ha denunciato penalmente l’azienda; scelta del tutto legittima, invece, per la FIAT.Nell’attesa di conoscere chi dei due “contendenti” preverrà sull’altro, quel che salta all’occhio in questa articolata vertenza è l’atteggiamento spavaldo della FIAT, già messo in mostra nella querelle di Pomigliano d’Arco dove costrinse i dipendenti a un referendum per valutare la percentuale di coloro che accettavano le condizioni imprescindibili imposte per non chiudere lo stabilimento, che mette in discussione una sentenza emessa da un giudice.Se a livello sindacale l’atteggiamento della FIAT è molto discutibile, che addirittura contesti palesemente una sentenza del giudice, frapponendosi in maniera spavalda alla sua decisione, non deve stupire più di tanto visto che in questi ultimi due anni membri del governo, Premier in testa, in più di un’occasione hanno pubblicamente delegittimato l’operato dei magistrati. Evocando lo spettro di un partito dei giudici in azione per sovvertire la volontà popolare, allo scopo di indurre il governo a dimettersi, intraprendendo azioni giudiziarie del tutto ingiustificate nei confronti del Capo del Governo e di alcuni suoi membri. Alimentando nella fantasia popolare l’immagine di una magistratura che si inventa inchieste per scopi politici. Se rappresentanti del governo assumono un atteggiamento di sfida verso l’operato dei giudici, non stupisce che altrettanto inizino a fare altre “istituzioni” del paese!