Se qualcuno aveva ancora un barlume di speranza che, nonostante i tanti, troppi casini che la investono quotidianamente, l’Italia fosse una nazione normale, la vicenda di Montecarlo, esito di un’opera di dossieraggio il cui mandante sarebbe il Presidente del Consiglio, e
la “battuta” del Ministro delle Riforme Bossi da un comizio leghista secondo il quale l'acronimo S.P.Q.R. significherebbe “sono porci questi romani” (ma, nel caso specifico, potrebbe anche intendersi come SONO PADANO QUINDI RAGLIO...) hanno mandato al macero le esigue illusioni.In un paese normale eventi del genere avrebbero scosso dalla fondamenta le istituzioni, costringendo chi di dovere, nel qual caso il Capo dello Stato o un qualsiasi organo competente, a intervenire con urgenza per far chiarezza onde evitare che i cittadini perdano la fiducia nello Stato e nelle istituzioni (cosa che, per inciso, è avvenuta ormai da tempo!) Da noi - malgrado i reiterati appelli di Napolitano affinché la politica si dia una regolata, tornando ad occuparsi dei problemi reali dei cittadini anziché di quelli di qualche singolo di prestigio e dei suoi amici; della disoccupazione crescente che paralizza i giovani; della crisi della scuola pubblica e dei precari; dell’urgente nomina del Ministro dello Sviluppo Economico, essendo inammissibile che il Premier ne detenga l’interim da oltre quattro mesi, ossia da quando Scajola si dimise per la vicenda dell’appartamento con vista sul Colosseo pagatogli per metà dall’imprenditore Anemone senza che lui ne sapesse nulla (sic!), ministero che, come dice stesso la carica, è fondamentale per lo sviluppo del paese - sembra che tutto scorra tranquillamente come se ciò non fosse determinante per il bene del paese quanto lo sia scoprire se davvero la casa di Montecarlo sia di proprietà del cognato di Fini oppure no! E se anche lo fosse, che cambia?... Ma che ce ne frega a noi cittadini di queste beghe familiari e di partito! Impegnati come siamo a faticare, da quando l’euro ha sostituito la lira, ad arrivare a metà mese con quel che guadagniamo, tutto ciò ci sembra surreale e mortificante. Evidentemente chi guadagna in un minuto o in una settimana quanto noi guadagniamo in un mese ha altro cui pensare invece di interessarsi alle nostre reali difficoltà economiche e sociali.Seppure
da un’indagine statistica della CGIL è risultato che in dieci anni i salari italiani hanno visto ridotto di oltre 5 mila euro il loro potere di acquisto, che vuoi che gliene importi a questi signori, tanto loro, con quel che guadagnano in Parlamento, hanno di che vivere per sé e per i loro figli. Il problema è solo nostro che la mattina ci alziamo presto per andare a lavoro bloccati nel traffico o costipati come sardine in mezzi di trasporto super affollati e sempre più spesso in ritardo che ci costringono a recuperare per non perdere qualche euro dalla busta paga!Così come fa cadere le braccia che in una situazione dove da più parti si ipotizza con certezza che il mandante dei dossier contro Boffo e Fini sia il Presidente del Consiglio, proprietario del principale gruppo televisivo privato italiano, della più grossa casa editrice nazionale e di diversi quotidiani e settimanali, a nessuno sia venuto in mente che, oltre a modificare urgentemente la legge elettorale, per ridare la possibilità ai cittadini di tornare a eleggere direttamente i loro candidati preferiti, occorre subito trovare una soluzione al conflitto di interessi!