LA VOCE DI KAYFA

FISICHELLA ASSOLVE IL PREMIER BESTEMMIATORE... E I CALCIATORI?


Dell’ormai ormai famoso videoamatoriale ripreso a l’Aquila nel 2009, in cui si vede e, aimè per lui, si sente il nostro Premier Silvio Berlusconi raccontare un barzellette su Rosi Bindi con bestemmia finale, si è detto e scritto di tutto e di più. Finanche il Vaticano non ha potuto diplomaticamente tacere, come invece aveva fatto riguardo agli scandali Noemi e escort, e dalle pagine dell’Osservatore Romano ha espresso il proprio dissenso sulle “deplorevoli battute”. Tuttavia, sembrerà impossibile, ma una voce dissonante dal coro di critiche che dall’intero mondo cattolico si sono abbattute su Berlusconi c’è e ed è per giunta autorevole: secondo monsignor Fisichella presidente del Pontificio consiglio “bisogna saper contestualizzare”. Tradotto, secondo l’alto prelato a determinare se una battuta è tale o è bestemmia è il contesto in cui è espressa. In pratica per monsignor Fisichella Berlusconi non avrebbe bestemmiato stava raccontando una storiella con bestemmia finale!Potremmo anche accettare questa visione edulcorata a patto però che essa contempli anche i calciatori. Infatti, forse qualcuno lo avrà dimenticato, per quanto concerne il calcio è stata introdotta una norma regolamentare che prevede l’espulsione del giocatore che bestemmia in campo. Se, come sostiene monsignor Fisichella, bisogna saper contestualizzare, allora i calciatori vanno assolti senza se e senza ma perché nell’attimo in cui bestemmiano, lo fanno non perché hanno intenzione di offendere Dio e la religione bensì la loro è una semplice espressione, seppure colorita, per esprimere in quel momento di tensione il proprio rammarico per un’occasione fallita. A loro ulteriore difesa vanno le parole del sottosegretario Giovanardi il quale, riferendosi alla battuta del Premier, ha dichiarato “considero molto più grave registrare una conversazione privata, renderla pubblica e montare uno scandalo.” Un calciatore quando è in campo dimentica d’essere ripreso dalle telecamere per cui, nell’enfasi agonistica, commette fallacci, dice parolacce e impreca perché in quel frangente per lui la partita rappresenta l’unica realtà! È l’occhio indiscreto delle telecamere che, inquadrandolo da più prospettive, rivela agli spettatori televisivi, non certo a quelli sullo stadio, quanto proferisce in un momento di rabbia per aver sbagliato un gol facile, averne subito uno e quant’altro attinente alla partita!Bisogna saper contestualizzare? Siamo d’accordo con monsignor Fisichella. Ma allora l’analisi contestualizzante in grado di assolvere chi bestemmia deve riguardare tutti, non solo il Premier!Così come in campo temporale la LEGGE è UGUALE PER TUTTI, non è altrettanto vero che in ambito spirituale AGLI OCCHI DI DIO SIAMO TUTTI UGUALI? Per cui via quella norma che punisce chi bestemmia in campo ed è ripreso dalla telecamere. Oppure sia espulso anche il Premier come ha suggerito qualcuno paragonando le due situazioni