LA VOCE DI KAYFA

FAZIO & SAVIANO FIGLI DEL CANONE RAI


Dal suo primo insediamento al governo nell’ormai lontano 1994 Silvio Berlusconi, unitamente a rappresentanti dei suoi governi e delle sue maggioranze parlamentari, ha più volte lanciato la proposta di abolire il canone RAI privatizzando l’emittente pubblica per garantire una maggiore qualità di programmi ai cittadini. A sostegno di questa idea lo scorso anno la parlamentare del PDL Daniela Santanchè organizzò una raccolta di firme per il boicottaggio del canone con l'appoggio  mediatico di Libero e de Il Giornale entrambi quotidiani filoberlusconiani. Anche la sinistra e alcuni  partiti dell’opposizione, in un recente passato, hanno auspicato l’abolizione del canone per protestare contro la chiusura di alcuni programmi di approfondimento giornalistico tipo AnnoZero non graditi a chi governa. Più volte finanche noi cittadini abbiamo manifestato una certa intolleranza verso questa gabella di Stato sperando che venisse abolita, trovandoci spesso a condividere le opinioni di chi era l’antitesi del nostro pensiero politico.La polemiche suscitate da VIENI VIA CON ME il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, che la scorsa settimana ha fatto 7,6 milioni di spettatori e ieri sera addirittura 9 milioni, che il DG della RAI Mauro Masi sta cercando in ogni modo di ostacolare senza riuscirci è la conferma che essendo la RAI pubblica, quindi senza un padrone che decida la linea editoriale da seguire, stabilendo lui e i suoi accoliti cosa proporre e cosa non proporre agli spettatori, il canone rappresenta invece una garanzia. L’abolizione del canone, e la conseguente privatizzazione della RAI, priverebbe i cittadini di programmi tipo Ballarò, Anno Zero, REPORT, Che Tempo Che Fa, Vieni Via Con Me, e tanti altri sgraditi al potere perché ne mettono in evidenza le pecche, le crepe e le collusioni con la malavita.Illustri rappresentanti del centrodestra - supponendo che, qualora il governa si dimetta, subentri un esecutivo tecnico -  tuonano che in democrazia solo il voto dei cittadini può sancire la fine politica di una maggioranza. Se questo è vero, ancora più vero è che chiudere un programma televisivo che fa una media di 8 milioni di spettatori a puntata è un autogol per la RAI perché significa privarsi di un prodotto che attira soldi con la pubblicità e un’offesa per gli spettatori perché li si priva di un prodotto gradito. Alla faccia chi sostiene il contrario allo scopo che venga chiuso! Privatizzare la RAI significherebbe la morte della democrazia nel nostro paese. Meglio turarsi il naso e continuare a pagare il canone per  potersi godere Fazio & Saviano, Santoro, Floris, la Gabanelli e altri che sanno fare televisione informando i cittadini, anziché non pagarlo ma sorbirsi programmi colmi di culi, tette, quiz da quattro soldi, barzellette di dubbio gusto, fiction melense, programmi di approfondimento politicamente pilotati il cui scopo è quello di addomesticare o annientare del tutto il senso critico della agente per favorire chi comanda!Al potere di distrazione della televisione commerciale non bisogna sottrarre quello informativo e educativo della televisione pubblica. Se ciò avvenisse, la nostra non sarebbe più una democrazia ma una dittatura camuffata da democrazia!