LA VOCE DI KAYFA

L'ITALIA ALLA MERCE' DEL BUNGA BUNGA E DI WIKILEAKS


Quando tra domenica e lunedì sera è stato reso pubblico dal sito Wikileaks il primo gruppo di file riservati del Dipartimento di Stato americano in cui la vice ambasciatrice a Roma Elizabeth Dibble nel 2009 definiva Berlusconi incapace, vanitoso e stanco per i troppi festini selvaggi, a chi gli chiedeva ragguagli sulla vicenda, il Premier rispondeva che non era il caso di dare credito a giudizi espressi da un’impiegata di terzo o quarto grado, sminuendo volutamente il ruolo della funzionaria per annacquarne le parole. Ora che da un secondo gruppo di file messo in rete risulta che a mettere in dubbio la figura del nostro Premier fu l'ex ambasciatore Ronald Spogli,  all'epoca del conflitto tra Russia e Georgia, secondo cui “La relazione bilaterale con l’Italia è ottima, ma gli sforzi di Berlusconi per ricucire la relazione tra l’occidente e la Russia stanno minando la sua credibilità e diventano veramente irritanti nella nostra relazione”. Aggiungendo, “La Georgia crede che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti dai gasdotti costruiti da Gazprom con Eni”. Stavolta non sarà facile per il nostro capo del governo sminuire la questione degradando la fonte dell’informativa. E non basteranno certo le  inevitabili parole di stima di Hillary Clinton nei suoi confronti per sanare agli occhi dell’opinione pubblica nazionale e mondiale l’immagine personale del nostro Premier già opacizzata dagli scandali sessuali nei quali si è cacciato da solo e dai processi in cui è imputato! Il 14 dicembre, data del voto di fiducia al governo, si avvicina. Cosa accadrà quel giorno lo scopriremo presto. Non è da escludere che i file riservati di Wikileaks forniscano un motivo in più agli indecisi nella maggioranza di sfiduciare il governo per mandare a casa Berlusconi: essere governati da chi è poco stimato a livello internazionale non può far certo bene al paese, soprattutto in un momento dove sempre più insistenti sono le voci secondo cui, dopo Portogallo e Spagna, anche l’Italia sarà vittima della crisi finanziaria che sta investendo i paesi dell’eurozona.