LA VOCE DI KAYFA

NAPOLITANO, L'UNITà D'ITALIA E IL DISSENSO LEGHISTA


Seppure dai vertici della Lega non sia giunto ancora alcun commento ufficiale all’ammonimento lanciato da Napolitano da Reggio Emilia, durante l’inaugurazione delle celebrazioni dell’Unità d’Italia, con cui il Presidente della Repubblica invitava esponenti della maggioranza e del governo a non remare contro l’unità nazionale né a offenderne la bandiera, il commento critico alle parole del Capo dello Stato giunto dai microfoni di Radio Padania, organo di informazione ufficiale della Lega Nord insieme al quotidiano La Padania, implicitamente può rappresentare non solo lo stato d’animo di una parte d’Italia bensì del partito che rappresenta. È difficile dimenticare la famosa frase di Bossi “col tricolore mi ci pulisco il culo”; oppure il dito medio levato al cielo sempre da Bossi durante un comizio leghista per mandare a quel paese l’Inno di Mameli. Senza contare le proposte e le sparate razziste dell’europarlamentare leghista Matteo Salvini  contro gli immigrati e i napoletani, oppure il caso della scuola pubblica di Adro tappezzata di simboli leghisti per espressa volontà del sindaco. In qualunque altro paese democratico sarebbe impensabile che un partito di chiara matrice secessionista – altro che federalista -, dunque portato per sua natura costituente ad attentare all’unità nazionale, starebbe al governo per curare gli interessi di quella stessa nazione di cui non si sente rappresentato né dalla bandiera, né dall’inno nazionale, né dalla nazionale di calcio, né dalla storia, né dalla cultura, né chissà da quante altre cose.Bene ha fatto il Presidente Napolitano a stigmatizzare in maniera implicita il partito del carroccio affinché adotti un atteggiamento più in sintonia con il ruolo politico e istituzionale che ricopre.   Sarebbe bello se una volta tanto, invece di tenersi caro l’alleato leghista per serbarsi il potere, lo stesso facesse Berlusconi. Non fosse altro per ricordare a Bossi e compagni che l’Italia è unita non solo in termini geografici ma anche politici; che non è né bello né giusto sputare nello stesso piatto in cui si mangia!