LA VOCE DI KAYFA

LEGITTIMO IMPEDIMENTO : LA CORTE COSTITUZIONALE CIACCA E MERECA


Stabilire che è facoltà del giudice valutare, caso per caso, se esistono le condizioni affinché un’alta carica dello Stato implicata in un processo possa invocare il Legittimo impedimento per non apparire in tribunale, così come ha fatto ieri la Corte Costituzionale esprimendosi sulla costituzionalità del Legittimo impedimento, fortemente voluto dagli uomini del Premier per tenere lontano dai processi in cui è imputato il Presidente del Consiglio, ha tutto il sapore di uno scrollarsi le responsabilità da dosso alla stregua dello storico lavarsi le mani di Pilato, delegando tale decisione ai giudici che si troveranno a presiedere i processi dovè è imputata un’alta carica dello Stato per reati commessi prima dell’investitura istituzionale. Se non fosse per le parole dure con cui il Ministro Bondi ha commentato la sentenza della Corte, ascoltando e leggendo quelle di personaggi di spicco del Pdl, Premier incluso, si direbbe che il centrodestra sia contento della decisione perché, non smontandone l’impianto, di fatto riconosce il valore della legge, la sua necessità. Nello stesso tempo esultano le opposizione per le quali la decisione della Corte manderebbe all’aria il tentativo di Berlusconi di sottrarsi ai processi che lo riguardano. Contemporaneamente la decisione della Corte lascia perplesso il cittadino che segue con interesse le vicende politiche del proprio paese perché non può fare a meno di riandare col pensiero alla recente inchiesta sulla P3 - da dove risultò che il coordinatore del Pdl Verdini, il senatore Dell’Utri e il faccendieri Carboni, tutti implicati nella vicenda, si sarebbero impegnati per avvicinare alcuni membri della Corte Costituzionale allo scopo di corromperli all’epoca in cui la Consulta si riunì per decidere sulla costituzionalità o meno del Lodo Alfano in cambio di favori economici o promesse di avanzamenti di carriera –; domandandosi se non sia pericoloso affidare alla discrezionalità del giudice stabiilre se un imputato può ricorrere al legittimo impedimento per non comparire in aula visto che anche nella magistratura si annidano mele marce sensibili al profumo dei soldi o a alla prospettiva di fare carreira! Per fortuna a sedare questa preoccupazione giunge la conferma da parte della stessa Consulta che si farà il referendum abrogativo sul legittimo impedimento voluto da Di Pietro, dunque delegando a sua volta la scelta al popolo al pari di Pilato. In pratica i giudici il giorno prima hanno posto le basi per abolire quanto avrebbero poi decretato il giorno dopo. Una sorta di ciacca e mereca (ferisce e poi medica) come si dice a Napoli di chi prima fa una cosa sbagliata e poi si adopera per sanarla.