LA VOCE DI KAYFA

BERLUSCONI BEFFA LA LEGA


Probabilmente in un futuro non lontano l’Italia diventerà davvero una Repubblica Federale dove il gettito fiscale dei contribuenti, anziché convergere verso le casse del governo centrale che poi lo ridistribuirà sul territorio a seconda delle esigenze,  sarà gestito autonomamente dagli enti locali consentendo  a quelle Regioni, Province e Comuni cosiddetti virtuosi di non vedere “sprecati” i propri soldi per risolvere i problemi di chi non sa autodisciplinarsi finanziariamente ma riutilizzati per accrescere e migliorare ulteriormente la qualità dei servizi di cui usufruiscono. E non si può escludere che, quando ciò accadrà, quegli ente spreconi, per lo più localizzati nel sud del paese, debbano darsi per forza una regolata e iniziare ad amministrare seriamente i contributi dei cittadini fornendo loro dei servizi adeguati alla spesa che sostengono per evitare che la loro  rabbia gli si ritorca contro. Quel irricevibile con cui il Presidente Napolitano ha bocciato il decreto legge che approvava il federalismo municipale, varato in tutta fretta giovedì sera dal governo dopo che nel pomeriggio la bicameralina lo aveva neutralizzato con 15 voti a favore e 15 contrari, è il segno che  il paese si è ormai avviato sulla strada del federalismo ma che esistono regole precise da rispettare affinché la transizione avvenga senza arrecare danno a una parte del paese. Compito del Capo dello stato è quello di tutelare gli  interessi di tutti i cittadini, non solo dei leghisti che smaniano per l'attuazione del federalismo perché stanchi di sopperire con i propri tributi alle inefficienze del sud.Da uomo del sud - per giunta napoletano e che dunque ha vissuto e continua a vivere il dramma dell’emergenza rifiuti perché, contrariamente a quanto si dice, la spazzatura sta nuovamente tornando ad invadere le strade di Napoli e provincia testimoniandol'incapacità dei politici locali – mi rendo conto che non deve essere facile per chi  paga le tasse digerire l'idea che parte dei propri tributi vengono utilizzati per risolvere, senza per altro riuscirci, i problemi in altre zone del paese dove sono endemici a livello amministrativo l’inefficienza, lo spreco, la corruzione, il malaffare, la collusione con la criminalità organizzata. Ma, proprio perché i leghisti hanno ragione a lamentarsi di ciò, il gesto di Napolitano non è stato uno schiaffo né al governo né alla Lega, come qualcuno ha miseramente dichiarato, bensì un atto disciplinante necesssario per ricordare a chi vara le leggi, dunque le regole del vivere civile, che in democrazia le leggi vanno rispettate prima di tutto da chi le fa.Con il suo gesto Napolitano non ha bocciato il federalismo municipale, anticamera del federalismo fiscale, bensì ha ammonito il governo per aver attuato una procedura scorretta, scavalcando il Parlamento, pur di approvare con evidente forzatura un provvedimento allo scopo di accontentare la Lega per evitare che Bossi e c. staccassero la spina all’esecutivo imponendo nuove elezioni che, con i guai giudiziari in cui è coinvolto il Presidente del Consiglio, non è detto riaffermerebbero la vittoria di Berlusconi!Per inciso, come più di un commentatore politico ha notato, è impossibile che Berlusconi non immaginasse che, attuando una procedura impropria, Napolitano avrebbe firmato senza battere ciglio! Dunque l’intento berlusconiano sarebbe stato proprio quello di mettere nella condizione il Presidente della Repubblica di non promulgare il provvedimento allo scopo di rinviare lo spettro delle elezioni anticipate almeno in autunno. Recuperando tempo per riassettare il PDL ribattezzandolo nuovamente Forza Italia;  attendere gli sviluppi delle vicende giudiziarie che lo riguardano; organizzare al meglio la campagna elettorale  per quando sarà.Insomma a “tradire” le aspettative della Lega non sarebbe stato Napolitano ma lo stesso Berlusconi come immagina una buona fette della base leghista