LA VOCE DI KAYFA

BENIGNI DA' LEZIONE AI POLITICI SULL'UNITA' D'ITALIA


Com’era prevedibile, alla fine Roberto Benigni non ha resistito alla tentazione di farcire il suo monologo sanremese sull’Unità d’Italia con battute attinenti alle vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio, come gli era stato invece imposto dai piani alti della RAI. Per cui, seppure in maniera soft rispetto al suo stile irriverente, il comico toscano ieri sera dal palco del Teatro Ariston, ha fatto battute su Ruby rubacuori nipote di Moubarak e la nipote di Metternich; sulla minore età di alcuni eroi risorgimentali, riferendosi implicitamente alle presunte minorenni di Arcore.Esilarante è stato quando Benigni, senza citarlo, ha prima invitato il Premier a cambiare canale, suggerendogli poi di chiudere la televisione perché su RAI 2 c’era Anno Zero; o quando ha detto di temerne una telefonata visto che due sono quelli che solitamente telefonano nelle trasmissioni e uno era presente in sala – chiaro riferimento al dg della RAI Masi seduto in prima fila accanto al Ministro La Russa. Quando poi ha iniziato l’esegesi dell’Inno di Mameli, Benigni ha spiegato con una semplicità disarmante che l’unità di una nazione è fondamentale per la sua sicurezza perché l’unione fa la forza mentre la disgregazione l’indebolisce, citandocome esempio l’episodio degli orazi contro i curiazi. Ha quindi bacchettato garbatamente la Lega e Bossi spiegando che a Legnano la lega lombarda combatté per respingere l’invasore servendosi del  carroccio e che i colori del tricolore sono chiari riferimenti danteschi inneggianti a Beatrice Portinari e dunque emblema poetico da difendere e rispettare. Ma il momento più alto in assoluto dello show è stato quando, prendendo spunto dalle polemiche sulla necessità se si debba o no andare a scuola e a lavoro il 17 di marzo giorno dei 150 anni dell’unità, Benigni ha parlato dell’assenza/presenza citando il poeta per spiegare che indire festa per quel giorno vuol dire smuovere le coscienza spingendole ad assumere un atteggiamento di rispetto e di riflessione verso l'unità nazionale!Benigni ha chiuso in maniera commovente il suo intervento cantando l’inno di Mameli come se fosse uno di quei giovani che dettero la vita per unificare l’Italia.  Se ci vuole un comico per spiegare a chi di dovere l’importanza di certe cose, è evidente che la classe politica italiana, almeno una fetta di essa, è inadeguata a governare il paese e meglio farebbe se se ne andasse a casa!