LA VOCE DI KAYFA

DOPO I SAGGI MUBARAK E GHEDDAFI TOCCHERà A PUTIN?


Aveva ragione Benigni, è periodo che non la dice buona ai cavalieri!Dopo le rogne giudiziarie derivanti dal Ruby-gate - dov’è imputato per concussione e prostituzione minorile, il cui processo con rito immediato si aprirà il 6 aprile -  e la riapertura per il decadere del legittimo impedimento dei processi Mills, Mediaset e Mediatrade dove è rispettivamente imputato per corruzione, frode fiscale e appropriazione indebita, il Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi è sotto pressione per via dell’atteggiamento da molti  ritenuto lassista  con cui lui e il suo governo stanno seguendo l’evolversi drammatico della rivoluzione in Libia. Nella mente di tutti restano indelebili le imbarazzanti immagini dell’accoglienza in pompa magna che il governo italiano riservò al leader libico in due sue visite italiane concedendogli di trasformare i giardini di villa Pamphili in un “campeggio” per piazzare la sua tenda e quelle del suo seguito e di tenere una lezione sull’islam a cento ragazze italiane selezionate per l’occasione, suscitando non poche polemiche nella comunità internazionale. In una di queste occasioni Berlusconi definì pubblicamente Gheddafi un uomo saggio, così come successivamente fece con il Presidente egiziano Mubarak, cacciato via dal suo popolo poche settimane fa sempre con una rivolta popolare.La brutalità con cui il colonnello Gheddafi sta cercando di fronteggiare l’insurrezione, autorizzando l’esercito e l’aviazione a sparare sui rivoltosi dando vita a un vero e proprio bagno di sangue, lasciano seri dubbi sulla sua reale saggezza, così come forti perplessità sorgono su quella di Mubarak: possibile che due uomini saggi siano malvisti dai loro concittadini, o forse sarebbe meglio dire sudditi se non addirittura schiavi? È vero che nemo propheta in patria, ma se due intere nazioni - senza contare la Tunisia da cui è iniziata la rivolta nel maghreb con la cacciata di Ben Ali, estendendosi al nord Africa - hanno alzato la testa contro i loro indiscussi leader, evidentemente la loro presunta saggezza era mirata solo a salvaguardare gli interessi personali a scapito di quelli del popolo!  Poiché i giudizi entusiastici del Premier italiano su Mubarak e Gheddafi sembra non abbiano giovato alle sorte dei due leader arabi, chissà se Vladimir Putin, altro grande amico di Berlusconi, in queste ore non tema per la propria visto che, durante una visita in Russia, in conferenza stampa Berlusconi lo definì “un dono di Dio per la Russia” suscitando non poche perplessità nell'auditorio?