LA VOCE DI KAYFA

MENO MALE CHE GIORGIO C'E'!


In un momento così delicato per l’Italia, costretta a guardare con preoccupazione alle insurrezioni popolari in corso sulle sponde meridionali del mediterraneo, in particolare quella libica che potrebbe causare un esodo epocale di profughi sulle nostre coste – c’è chi teme addirittura di 300 mila sbarchi – quel che preoccupa di più la stragrande maggioranza degli italiani - non solo gli abitanti di Lampedusa, approdo naturale per chi proviene dal nord africa - è l’evidente indecisione con cui si sta muovendo il governo italiano nella gestione della vicenda, soprattutto nei confronti del leader libico Gheddafi. Sabato il Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi, a chi gli suggeriva di telefonare a Gheddafi per cercare di mediare allo scopo di evitare un bagno di sangue tra la popolazione e garantire il controllo delle coste libiche, rispose che non voleva disturbare. Solo ieri, dopo che era ormai evidente a tutto il mondo che Gheddafi stava perpetrando  un vero e proprio genocidio pur di conservare il potere, nel pomeriggio il cavaliere ha telefonato al suo “saggio amico” palesandogli le preoccupazioni dell’Italia e, verosimilmente, dell’UE. Cosa si siano detti i due leader al momento non si sa. Ciò che però preoccupa è questo muoversi in punta di piedi del nostro governo. Un atteggiamento secondo molti imposto dalla realpolitik in ragione degli accordi Italia - Libia firmati dal governo italiano con quello di Tripoli alcuni anni fa che prevedono commesse milionarie per aziende italiane da realizzarsi in Libia. In questo scenario così confuso da cui traspare un’evidente indecisione del governo italiano, condannata dalla stessa UE, nel gestire l’emergenza maghrebina, l’unica figura istituzionale che rassicura gli italiani è quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il cui indice di gradimento tra la popolazione rasenta il 90%.Anche ieri il Quirinale ha tuonato contro il governo perché rivedesse il decreto mille proroghe, a suo giudizio trasformato in una sorta di finanziaria, dove per giunta vi erano evidenti punti anticostituzionali; chiedendo al governo un uso parsimonioso dei decreti leggi; facendo presente che per il futuro si riserverà di servirsi della sua facoltà costituzionale di non promulgare quanto gli verrà presentato dal governo, rinviandolo alle  Camere, se ci fossero evidenti passi in contrasto con la Costituzione. A riguardo ieri c’è stato un incontro al Colle tra Napolitano e Berlusconi al quale il Capo dello Stato ha palesato le proprie perplessità ricevendo assicurazioni in merito: vedremo!A breve ripartiranno i processi contro Berlusconi – a fine febbraio riaprirà il processo Mills dove il Premier e imputato di corruzione, seguiranno quello Mediaset e Mediatrade – mentre il 6 aprile partirà quello relativo al Ruby-gate in cui il cavaliere è imputato di concussione e prostituzione minorile. In rapporto a quest’ultimo procedimento penale il governo e  la maggioranza si stanno dannando l’anima per trovare degli escamotage procedurali che impediscano al Premier di presentarsi in aula per quella data. Nel contempo si stanno studiando delle modifiche di legge per riformare la Corte Costituzionale rea secondo Berlusconi di bocciare leggi giuste (leggi Lodo Alfano e legittimo impedimento che dovevano congelare i processi a carico del cavaliere); ripristinare l’immunità parlamentare (ma Bossi ha già fatto sapere di non essere d’accordo, probabilmente per non amareggiare ancora di più il popolo leghista); limitare le intercettazioni telefoniche impedendone la pubblicazione una volta depositati gli atti, limitando di fatto la libertà di stampa, e altri parafulmini che possano impedire al Premier di comparire nelle aule di tribunale e alla gente di sapere quanto accade nel paese in quanto  la conoscenza mina il potere.Insomma, mentre il paese vive una fase di stallo economica e fatica a riprendersi; mentre le coste nordafricane “bruciano”, e seria è la minaccia che sulle nostre spiagge sbarchino centinaia di migliaia di profughi, il governo dà l’impressione di preoccuparsi esclusivamente dei guai giudiziari del Premier.A risvegliare tutti dal sonno è stato Napolitano con un tocco di gran classe da grande statista qual è.Parafrasando una canzoncina tanto cara a Berlusconi, MENO MALE CHE GIORGIO C’è!