Approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre del 1947, promulgata dal primo Presidente della Repubblica Enrico De Nicola il 27 dicembre del 1947, in vigore dal 1° gennaio 1948, la
Costituzione Italiana ha 63 anni. Un’età di tutto rispetto che effettivamente imporrebbe un rinnovamento, o meglio un adeguamento rapportato ai tempi, come auspica il Presidente del Consiglio Italiano
Silvio Berlusconi lamentando che da imprenditore aveva più influenza nei confronti della politica (dimenticando che una nazione non è un’azienda dove gli azionisti si spartiscono gli utili a fine anno. Chi governa un paese deve adoperarsi per il bene di tutti cittadini e non di poche elite!) Ma non per accrescere il potere del Premier che, sempre secondo Berlusconi, non ne avrebbe alcuno in quanto i Padri Costituenti, nella loro saggezza, lo avrebbero spartito tra Presidente della Repubblica, Parlamento e Corte Costituzionale per evitare al paese una nuova deriva dittatoriale dopo quella fascista. Quando la Costituzione venne varata, la televisione in Italia era in piena sperimentazione. Pertanto nessuno dei padri costituenti dovette immaginare che un domani i posteri sarebbero stati tanto sventati da consentire a chi fosse dotato del potere di influenzare l’opinione pubblica sfruttando indiscrimatamente il proprio potere mediatico di assurgere alla guida del paese. Tuttavia nella loro lungimiranza, spartendo il Potere istituzionale, delegando solo al quarto posto il Presidente del Consiglio, i padri costituenti hanno di fatto arginato a monte qualsiasi pericolo di ulteriore deriva dittatoriale. Se dopo 63 anni i cardini della Costituzione hanno la forza di impedire a chiunque sia fautore della politica del “
ghe pensi mi” di legiferare a proprio piacimento senza alcun controllo, significa che così com’è strutturata va benissimo per tutelare e garantire la Democrazia nel paese. Al massimo va rafforzata per arginare il potere mediatico e chiunque ne potrebbe abusare per influenzare a suo favore l'opinione pubblica e gli elettori!