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LA VOCE DI KAYFA

IL BLOG DI ENZO GIARRITIELLO

 

Messaggi di Settembre 2018

LA BOTTEGA DEI SEMPLICI PENSIERI: COSTRUIRE UN MONDO SENZA DIVERSITA'

Post n°1938 pubblicato il 22 Settembre 2018 da kayfakayfa
 

Martedi 25 settembre, nell'ambito di Malazé, il festival ArcheoEnoGastronomico in corso di svolgimento nei campi flegrei dal 15 al 25 settembre, presso Villa Avellino - Residenza Storica, a Pozzuoli, a partire dalle 19.30 si svolgerà un incontro con lassociazione La Bottega Dei Semplici Pensieri il cui scopo è quello di inserire i ragazzi down in maniera stabile nel mondo del lavoro, attraverso una serie di laboratori di formazione nell'ambito del catering, del bar e della ristorazione che, laddove non si raggiungesse l'obiettivo primario, rappresentano ugualmente una sorta di "percorso terapeutico", favorendo l'acquisizione da parte dei ragazzi di maggiore indipendenza e autostima.

In quel contesto l'associazione presenterà il progetto Brindisi Solidale che "prevede la nascita di un piccolo apecar modificato dove i ragazzi possono offrire un brindisi agli eventi o a matrimoni, se gli sposi vogliono festeggiare in maniera solidale, a fronte di una donazione. "

Al fine di conoscere meglio La Bottega, abbiamo posto alcune domande a Mariolina Trapanese presidente dell'associazione.

 

Signora lo scopo principale della vostra associazione prevede l'adeguata formazione e il successivo inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi down: come nasce tale iniziativa che è sia un onere che un onore sociale?

Nasce da un'esperienza personale di avere un figlio con un deficit intellettivo. Quindi insieme con altre mamme ci siamo incontrate al termine di un ciclo scolastico. Oltre le scuole superiori - i ragazzi hanno frequentato l'istituto alberghiero -, non vedevamo nessun tipo di futuro per i nostri figli. E non volevamo vanificare la loro esperienza scolastica. A questo punto abbiamo detto "ok, diamoci da fare" e abbiamo messo in piedi tutta una serie di attività, attraverso dei progetti, che potessero migliorare sempre di più la loro formazione avvenuta già in età scolare. In questo modo abbiamo creato la nostra associazione, ponendoci l'ambizioso scopo di creare una scuola di formazione per ragazzi diversamente abili. Seppure non le nascondo che le difficoltà sono tante!

Difficoltà di che tipo? 

Purtroppo come associazione non abbiamo una sede adeguata per il tipo di lavoro che facciamo.  Quindi, per il momento, ci adoperiamo con progetti extrasede. Del resto, come lei stesso vede, qui dove stiamo non possiamo fare granché (attualmente la sede dell'associazione è situata  in un appartamento su piano rialzato in un condominio sito in  Corso Italia 388,  a Quarto n.d.r.). Abbiamo fatto la richiesta per avere un bene confiscato al fine di poter disporre di una struttura ricettiva che ci consentisse di creare sia laboratori di formazione che eventi in maniera del tutto autonoma.

Malgrado non abbiate una sede confacente alle vostre necessità, comunque riuscite e fare cose pregevoli come appunto inserire nel mondo del lavoro alcuni dei vostri ragazzi.

Per quanto concerne l'inserimento nel mondo del lavoro, abbiamo cominciato con Garanzia Giovani e tre dei nostri ragazzi sono riusciti a ottenere un contratto di lavoro per sei mesi. Oltre ciò, abbiamo messo a punto dei progetti, tra cui Raccogliendo Mi Trasformo dove i ragazzi stazionano su un campo agricolo dal momento della semina. Questo progetto lo facciamo in collaborazione con l'Università di Agraria di Napoli, presso il centro di sperimentazione a Castel Volturno. I ragazzi seminano il mais e da quel momento in poi seguono tutto il percorso relativo alla trasformazione e crescita del seme in pannocchia. Lo scorso anno ci siamo occupati della produzione della farina di polenta. Quest'anno vogliamo andare oltre, creando dei biscotti. In virtù di ciò ci siamo accordati con delle aziende. Nel caso specifico Casa Infante che accoglie i nostri ragazzi nei suoi laboratori e li avvia, con l'ausilio di tutor, all'autonomia della preparazione dei biscotti. Questo è uno dei traguardi che abbiamo raggiunto nell'anno in corso.

Se non erro avete fatto anche dei corsi per pizzaioli

Abbiamo tenuto un corso per pizzaioli alla Multicenter School. Successivamente i ragazzi hanno fatto esperienze in alcune pizzerie napoletane. Purtroppo tutto si conclude con l'esperienza. Il passaggio successivo che prevede l'integrazione a tempo indeterminato nel mondo del lavoro è molto lontano. Almeno per quel che riguarda il nostro territorio. Questo è il motivo per cui ci siamo dato come obiettivo uno step successivo che contempla la nascita della cooperativa sociale per concretizzare il percorso di formazione compiuto dai ragazzi. A riguardo sempre con la Multicenter School abbiamo creato all'interno dell'istituto un angolo bar, nominato Ke-bar, che in realtà è un'aula di formazione dove i nostri ragazzi, mediante turnover, si alternano al banco in modo da migliorare sempre di più le loro conoscenze, capacità lavorative e il rapporto con l'utenza. A riguardo mi lasci dire che, ragionando con il direttore della scuola, convenimmo che tale esperienza è formativa non solo per i nostri ragazzi, ma anche per gli stessi studenti della Multicenter in quanto li educa ad avere un approccio normale verso ragazzi con deficit di apprendimento.   

Le istituzioni vi supportano adeguatamente?

Per alcuni aspetti sicuramente ci sono vicine - approvano, ci danno i patrocini. Ultimamente abbiamo vinto un bando europeo, Benessere giovani, sia con il Comune di Quarto che con quello di Pozzuoli.

Il bando è inerente alle attività specifiche che svolgete, nel senso è legato alla formazione professionale di cui parlavamo prima?

No, creiamo anche altri tipi di laboratori in quanto ci piace ragionare a trecentosessanta gradi per offrire sia l'apertura mentale sia la possibilità di mettere in moto fantasie. Secondo me, la cultura, comunque la tocchi, è una forma di crescita! Con il comune di Quarto metteremo in piedi un laboratorio di mosaico e si chiamerà Mosaicheart con l'ausilio di una docente cui seguirà una mostra dove esporremo le opere dei ragazzi.

Prima mi accennava alle difficoltà che avete nell'interagire con le istituzioni

Purtroppo con le istituzioni non riesco ancora a trovare il giusto interlocutore al fine di ottenere una sede adeguata per tutto ciò che facciamo. Questa è la cosa che più mi addolora. In sei anni che operiamo, penso che abbiamo dimostrato abbondantemente la nostra serietà ed efficacia. E penso che meriteremmo un minimo di attenzione in più da parte delle varie istituzioni, anziché essere sballottati da un ufficio all'altro, uscendone sempre con un pugno di mosche! Da più di anno e mezzo abbiamo fatto richiesta al comune di Quarto di un bene confiscato gestito dal comune. Ma finora non c'è stato nemmeno il varo del bando cui potremmo almeno partecipare. Consideri che all'epoca in cui il Comune fu commissariato, ebbi modo di pqrlare con il commissario, era il vice Prefetto di Napoli, il quale ebbe  modo di apprezzare il progetto, affermando che meritava attenzione.

Mentre invece qual è l'atteggiamento dell'attuale amministrazione?

Per il momento non ho avuto modo di incontrarmi né con il sindaco né con qualche altro rappresentante. Mi hanno detto di aspettare il bando che sarebbe uscito di lì a poco. Per ora nulla. Tuttavia non le nascondo che in noi sta maturando il pensiero e la volontà di spostarci dal territorio flegreo, o almeno da Quarto, per andare verso Napoli. Non è detto che lì non troveremmo maggiore attenzione da parte di chi di dovere.

I ragazzi di cui vi interessate sono locali?

Assolutamente no! Ormai la Bottega è conosciuta per cui da noi vengono non solo dalla zona flegrea ma da Napoli, Secondigliano, Fuorigrotta, Lago Patria. Siamo una realtà ben nota nell'ambiente. Tenga presente che quando inaugurammo il Ke-bar, per il servizio che fece per quell'occasione, il giornalista Giuseppe De Caro fu premiato a livello nazionale. Inoltre abbiamo avuto modo di collaborare anche con l'AIS, l'associazione italiana sommelier, consentendo alla Bottega di crescere e migliorare.

Non le è mai venuto il dubbio che le difficoltà istituzionali possano derivare dal vostro non essere in alcun modo politicizzati, anziché derivare da antipatici intralci burocratici?

Voglio proprio sperare di no! Per le questioni che stiamo trattando credo che l'obiettivo di tutti debba andare al di là delle mere questioni di partito. I ragazzi e le famiglie che si rivolgono a noi lo fanno unicamente perché sanno che cosa facciamo e le opportunità che offriamo loro. Se poi anche in questo contesto entrassero in gioco le beghe politiche, vuol dire che in questo paese, mi riferisco all'Italia in generale, davvero non c'è speranza. Non solo per chi è diverso, ma per tutti. Qui si parla di civiltà e penso che la civiltà debba prescindere dalle casacche di partito. O almeno, dovrebbe!

Al di là dell'introduzione dei vostri ragazzi nel mondo del lavoro, avete altri obietti?

Educare gli altri, i cosiddetti normodotati, a vedere i nostri ragazzi come una risorsa e non un peso per la società.

Cosa farete martedì sera a Villa Avellino?

Proporremo il nostro progetto Brindisi Solidale che prevede la nascita di un piccolo apecar modificato dove i ragazzi possano offrire un brindisi a eventi e matrimoni, se gli sposi volessero festeggiare in maniera solidale, a fronte di una donazione. Per noi martedì sera rappresenta la prova del nove perché per la prima volta i ragazzi si muoveranno in assoluta autonomia fuori dalle tranquille mura di una scuola. E contestualmente lanciare un messaggio sociale che non si riducesse solo agli alunni della Multicenter,  ma venisse recepito dal mondo esterno, facendosi notare e apprezzare come risorse lavorative.

Avete altri progetti in corso di realizzazione?

Sì, un altro che si chiama "semplicemente chef"  a cui collaborano quattro istituti alberghieri. Si tratta di un contest dedicato esclusivamente a ragazzi diversamente abili: i ragazzi della bottega sono stati preparati da uno chef; quelli della scuola dai loro professori. Ci siamo ritrovati l'anno scorso in un evento organizzato a Gambero Rosso a Nola. Le assicuro che è stata un'esperienza bellissima, entusiasmante. Anche per chi pratica questo mondo ad alto livello come appunto a Gambero Rosso che ci ha accolti e ha potuto valutare di persona che cosa significa dedicarsi ai ragazzi e prepararli.   

Lei è convinta che il mondo esterno sia pronto a un confronto di questo genere?

Sì perché già ci hanno chiamato in altri circostanze e i ragazzi ne sono sempre usciti a testa alta.

Nel loro percorso formativo come e da chi sono accompagnati i ragazzi della vostra bottega?

Il nostro punto di partenza era ed è quello di costruire un lavoro integrato. Lo stiamo realizzando grazie alla fortuna di aver incontrato alcuni anni fa cinque/sei ragazzi che vennero da noi tramite la Caritas per esercitare il servizio civile. Da allora questi ragazzi non sono più andati via perché sono rimasti affascinati  dall'idea di una crescita comune. Grazie a questo rapporto sinergico tra il ragazzo normodotato e il diversamente abile, attraverso un lavoro di formazione che prevede per entrambi  la presenza di un tutor, puntiamo a realizzare entro il  2019 la operativa sociale. Questo progetto prevede che i ragazzi normodotati siano integrati ai nostri progetti, divenendo collaboratori dei nostri ragazzi. Una cosa del genere la vedrete già in opera martedì all'Apecar di Villa Avellino.  

Signora qual è Il suo sogno nel cassetto?

Vedere realizzata la scuola di formazione e la villa per eventi gestita dai ragazzi. E ovviamente vedere i ragazzi volare via  da questo nido rappresentato dalla bottega per inserirsi con tutti i crismi nel mondo del lavoro e del quotidiano senza alcuna difficoltà!

Terminata l'intervista, la signora Trapanese mi presenta due  sue collaboratrici, Elvira e Martina. Ponendosi tra loro, scattiamo la foto che correda l'intervista. Dopo i saluti di commiato, mentre mi accompagna alla porta, la signora mi offre una confezione di biscotti prodotti dai ragazzi della bottega affinché li assaggi: sono ottimi!

 
 
 

ALTOFEST: SE LA POLITICA ALZA MURI, LA CULTURA LI ABBATTE

Post n°1937 pubblicato il 20 Settembre 2018 da kayfakayfa
 

Mercoledì 19 settembre, nell'ambito della XIII° edizione di  Malazè - il festival ArcheoEnoGastronomico che è in corso di svolgimento nei campi flegrei dal 15 al 25 settembre -, presso la corte d'ingresso di Villa Avellino - Residenza Storica, a Pozzuoli, si è tenuto un lab con Anna Gesualdi e Giovanni Trono, rappresentati di Altofest, il festival di arti performative, i quali, durante il dibattito moderato da Fabio Borghese, hanno illustrato a un pubblico ristretto ma interessato, cosa è Altofest e quali sono le sue finalità.

Altofest, ci spiega Giovanni Trono, è un progetto che inizia a prendere forma nel 2008, all'epoca della crisi del sistema bancario, per fronteggiare il vuoto di pubblico venutosi a creare nei teatri conseguente al crack finanziario in corso sull'intero pianeta, con l'intento riaccostare le persone al teatro, portando gli artisti tra la gente.

Ufficialmente il festival ha inizio nel 2011 con il coinvolgimento diretto dei cittadini del centro storico di Napoli.

La peculiarità di Altofest è quella di generare una sinergia tra cittadini e artisti, un vero e proprio scambio culturale, tipo quelli che avvengono tra scuole di diverse nazioni: i cittadini ospitano gli artisti nelle proprie case per una decina di giorni; gli artisti esprimono le proprie perfomance nei luoghi che li ospitano, rielaborando la partitura dello spettacolo in rapporto all'ambiente in cui si trovano, muovendosi tra le mura di casa come se fossero in un vero e proprio teatro. Mentre chi li ospita continua a vivere la propria quotidianità in maniera del tutto normale, per nulla condizionato dalla presenza estranea.

In questo modo, chiarisce Anna Gesualdi, si dà esattamente corso al duplice significato del vocabolo ospite che contempla sia chi accoglie che chi viene accolto.

Mentre la selezione degli artisti avviene mediante il varo di un bando globale - per la la selezione delle opere si terrà conto del loro alto impatto estetico in quanto, come chiarisce Anna,  "Altofest segue una visione estetica definita e questa visione estetica ha di conseguenza una ricaduta sociale generando un nuovo linguaggio"-  la scelta del pubblico avviene tramite il passaparola tanto che sono gli stessi cittadini a proporsi agli organizzatori per ospitare gli artisti, permettendo che per una decina di giorni la propria casa si trasformi in un vero e proprio laboratorio teatrale.

Per quanto concerne invece gli spettatori che assisteranno alle varie performance artistiche, sarà stesso chi ospita gli artisti a invitare il pubblico presso la propria casa per assistere allo spettacolo, lasciando che le persone entrino ed escano dalle mura domestiche come se si muovessero in un qualsiasi luogo pubblico.

Questo scambio sinergico tra cittadini e artisti, dove ognuno sacrifica una piccola parte della propria intimità per lasciare spazio all'altro, è un interessante esperimento sociale. Soprattutto in un contesto socio/politico come è quello attuale dove lo straniero è considerato sempre più alla stregua di un nemico da respingere, se non addirittura da combattere, anziché da accogliere.

Un esperimento, Altofest, di notevole interesse sociale e artistico tanto da suscitare l'attenzione della  Fondazione La Valletta e l'organizzazione del festival sull'isola di Malta dal 13 aprile al 13 maggio 2018.

Evento che costrinse i responsabili di Altofest a trasferirsi sull'isola un paio di mesi prima della data di inizio per integrarsi a loro volta con il nuovo ambiente al fine di preparare il "terreno", così come avviene prima di seminare un campo. Ovvero muoversi tra i quartieri dell'isola per far comprendere ai maltesi, popolo che ha subito due secoli di colonizzazione inglese ed è quindi prevenuto verso lo straniero, cosa esattamente ci si attendeva da loro. Alla fine il festival ha visto il coinvolgimento di ben 11 comunità dell'isola e ha ottenuto un notevole successo a conferma dell'assoluta validità del progetto di matrice napoletana, come ci tengono a precisare con giusto orgoglio Anna e Giovanni.

Laddove la politica edifica muri per difendersi dallo straniero, Altofest li abbatte per far spazio allo straniero!

 
 
 

CONVERSARE CORRENDO

Post n°1936 pubblicato il 17 Settembre 2018 da kayfakayfa
 
Tag: RUNNER

Corro da più di vent'anni e mai ho vissuto la corsa semplicemente  come attività sportiva. Per quanto mi riguarda correre era, è e sarà sempre prima di tutto un momento di aggregazione sociale; un sano pretesto per condividere qualche ora con gli amici al fine di scambiare con loro, mentre ci alleniamo, qualche simpatica battuta, qualche aneddoto divertente o piccante. Cogliere a pretesto le decine di chilometri che si percorrono durante un medio o un lungo per dar vita a discussioni serie, che abbiano come argomento la famiglia, i figli, il lavoro, la politica. Se non addirittura volgere il pensiero a chi non c'è più, tipo un genitore o un amico, e onorarne la memoria parlandone con nostalgia mentre le scarpette asfaltano la strada.

Ciò accade soprattutto quando non si ha l'assillo di dover preparare una gara, ma si corre per il solo gusto di correre, da soli o con gli amici. Nel primo caso, man mano che le gambe macinano chilometri, i pensieri si purificano e, quando hai finito, hai la netta sensazione di sentirti più leggero. Non soltanto perché, correndo, hai bruciato calorie e, dunque, hai perso un po' di chilo. Ma soprattutto perché, correndo, la tua mente rimuginava sui tanti problemi che assillano la quotidianità e, quando giungi al traguardo, hai la netta sensazione di aver trovato la soluzione a qualcuno di essi. Se non, addirittura, la riflessione ti è servita ad acquisire la consapevolezza che molti di quei problemi che ti assillavano un paio d'ore prima di iniziare a correre, sembrandoti macigni senza soluzione, in realtà sono inezie che si possono risolvere con un minimo di razionalità!

Se invece corri insieme a un amico o in gruppo, la compagnia ha la magica capacità di rendere meno stancante la seduta di allenamento, indipendentemente se devi fare un lavoro particolare o correre per una ventina di chilometri. Mentre corri affiancato a un altro runner, non fa niente se lo conosci da tempo o se è la prima volta che lo vedi - magari vi siete incrociati lungo la strada e, salutandovi, appurato che dovevate fare gli stessi chilometri, avete deciso di correre insieme -, inizi a parlare di te, del perché hai iniziato a correre, e, senza rendertene conto, l'argomento di conversazione slitta su questioni più intime nemmeno vi conosceste chissà da quanto.

In maniera del tutto naturale, così come avvenne alcune domenica fa mentre con un amico percorrevamo il Sangermano, la salita che da Agnano di Napoli si inerpica per quasi due chilometri fino all'accademia aeronautica di Pozzuoli, ti ritrovi a parlare di tuo padre che non è più; delle sue passioni per l'arte e il calcio che aveva praticato fino a sessant'anni quando si manifestarono i primi sintomi dell'Alzheimer - i vuoti di memoria, il non riconoscere i familiari -, rendendolo ai tuoi occhi un estraneo tanto che, quando andavi a trovarlo, ti intrattenevi giusto cinque minuti, suscitando la rabbia di tua sorella e la giustificazione di tua madre la quale invece aveva capito che il tuo "fuggire" era conseguente al fatto che non riuscivi a sopportare la vista di tuo padre inebetito; dei quattro anni in cui, da quando si allettò il 16 dicembre del 2007, tutte le mattine prima di recarti a lavoro, passavi da lui per pulirlo e cambiargli le medicazioni alle piaghe da decubito che gli scavavano la schiena in maniera indegna e dolorosa. Il tutto sotto lo sguardo vigile di tua madre, pronta a intervenire e a rimproverarti se papà manifestava sofferenza. Spiegare che quei quattro anni in cui fu allettato per te rappresentarono un grande insegnamento di vita in quanto ti hanno fatto capire quanto futile sia la vita. Facendoti apprezzare il valore di ogni singolo istante. Inducendoti ad approfittare di ogni momento "buono" che la vita ti riserva in quanto non puoi sapere quel che ti aspetta dopo!

Oppure parlare animatamente di politica, come è successo ieri mattina sempre percorrendo il Sangermano. L'amico con cui si è intavolata la discussione, inizialmente voleva fermarsi perché non pensava di farcela. E invece, distratto dalla conversazione che stavamo intavolando, ha completato l'intero percorso senza particolari patemi. A conferma che correre in compagnia ha la capacità  di alleviare la fatica, sia fisica che mentale.

Non so se e quando tornerò ad allenarmi per gareggiare. L'incidente di circa un anno fa, a poco più di un mese dalla maratona di Firenze, con conseguente frattura della spalla sinistra, che mi costrinse a portarecper un mese il tutore e ad andare nel capoluogo toscano in veste di turista, mi ha fatto passare la voglia di fare allenamenti mirati per preparare una gara. Per ora preferisco correre per divertirmi e rilassarmi. E già questo è una motivazione che giustifica ampiamente le levatacce mattutine che faccio per ritrovarmi con gli amici alle 5,30 sul lungomare di Pozzuoli per fare i classici dieci chilometri di allenamento.

Per quanto mi riguarda, non vi è nulla di più piacevole che iniziare la giornata facendo qualcosa che piace, soprattutto se hai modo di condividerla con chi nutre la tua stessa passione!

 
 
 

SALVINI INDAGATO RESTA AL PROPRIO POSTO, IL CAMBIAMENTO DOV'E'?

Post n°1935 pubblicato il 08 Settembre 2018 da kayfakayfa

Giusto il tempo di scrivergli una lettera aperta in cui lo invitavo a non giustificare il proprio operato con frasi del tipo "gli italiani sono con me", "lo vogliono gli italiani" e quant'altro, che, non appena ieri pomeriggio i carabinieri gli hanno recapitato al Viminale l'avviso di garanzia emesso dslla Procura di Palermo in cui gli si comunica di essere indagato per sequestro di persona aggravato inerente la vicenda dei 177 immigrati tratti a bordo dalla nave Diciotti  a largo di Malta, ai quali impedì lo sbarco per una settimana, il Ministro degli Interni Matteo Salvini, in perfetto stile berlusconiano, o da seconda repubblica fate voi, ha dichiarato "60 milioni di italiani sono con me!".

Non pochi dubbi sorgono sull'effettiva realtà di tale affermazione. Soprattutto tenendo conto che molti elettori del M5S tuttora non digeriscono il contratto di governo stipulato dai grillini con la Lega.

Di sicuro in un qualsiasi paese democratico è anomalo un Ministro degli Interni, o di un qualsiasi dicastero, nel pieno delle proprie funzione malgrado fosse  sotto indagine. Per quanto possa valere l'opinione di un semplice cittadino, credo sarebbe opportuno che il Premier Conte incontrasse Salvini e lo invitasse a dimettersi, o almeno ad autosospendersi, se quest'eventualità fosse contemplata dalla Costituzione.

Lasciarlo al proprio posto, malgrado l'indagine di cui è oggetto, significherebbe trasmettere all'opinione pubblica il messaggio che il governo del cambiamento, a conti fatti, non sarebbe affatto del cambiamento rispetto a quelli che lo hanno preceduto. In particolare quelli di stampo berlusconiano di cui la Lega di Salvini faceva parte, i quali, ogni qualvolta il Premier Berlusconi, un Ministro o un parlamentare del proprio colore finivano nel mirino dei magistrati, urlavano al complotto delle toghe rosse! Addirittura organizzando un sit sui gradoni del tribunale di Milano capeggiato dall'ex Ministro della Giustizia Angelino Alfano per protestare contro il processo Ruby in cui l'ex cavaliere era imputato.  

Lasciare Salvini al proprio posto nonostante la spada di Damocle che gli pende sul sarebbe un clamoroso autogol da parte del M5S in quanto darebbe modo alle opposizioni, tranne quella di matrice di centrodestra che ha tutto l'interesse a  schierarsi con Salvini, di essere additato come chi predica bene ma poi razzola male.

Era ipotizzabile che la presenza di Salvini al governo potesse rivelarsi pericolosa per il M5S e l'intero esecutivo, in quanto, sapendo parlare alla pancia degli italiani, non occorreva un indovino per immaginare che, una volta al governo, il leader leghista avrebbe fatto per attirare su di sé l'approvazione di quella maggioranza di italiani che ragionano solo di pancia al fine di  aumentare il proprio consenso elettorale, come è attestato dai sondaggi che oggi danno la Lega al 32% mentre il M5s al 28%.

Non bastano gli inviti a Salvini di rispettare la magistratura da parte del Premier conte, del vice Premier Di Maio, del Ministro della Giustizia Bonafede e di altri esponenti del governo e della maggioranza in chiave grillina.

Nel 2013 il M5S, all'epoca all'opposizione, chiese le dimissioni dell'allora vice Ministro alle infrastrutture nonché sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, oggi governatore della Campania, perché indagato per abuso di ufficio, falso in atto pubblico e violazioni in materia urbanistica per la costruzione del Crescent, un imponente edificio in costruzione su lungomare di Salerno ritenuto un ecomostro dagli ambientalisti.   

Successivamente, sempre nei confronti di De Luca, il M5S ne ha chiesto due volte le dimissioni: nel 2015 perché il governatore era indagato per corruzione per induzione; nel 2018 per la vicenda relativa all'inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti rivelata da fanpage in cui, attraverso una serie di filmati girati con la telecamera nascosta da un ex camorrista, risulterebbe coinvolto il suo primogenito Roberto.

Ora che a essere indagato è Salvini, membro del governo giallo verde, perché il M5S non ne chiede le dimissioni? Il cambiamento tanto auspicato dai leader del M5S vale per tutti o solo per gli avversari politici?

Ce lo spiegassero Di Maio & c.!

 
 
 

LETTERA APERTA A MATTEO SALVINI

Post n°1934 pubblicato il 07 Settembre 2018 da kayfakayfa

Illustrissimo sig, Ministro degli Interni, Matteo Salvini,

chi le scrive è - forse sarebbe meglio dire "era" - un convinto sostenitore del M5S. Per cui all'indomani delle elezioni politiche del 4 marzo, non potetti che essere soddisfatto per la vittoria del M5S che con oltre il 32% di preferenze sia alla Camera che al Senato si affermò come primo partito di maggioranza relativa.

Purtroppo devo però far precedere dall'avverbio "moderatamente" l'aggettivo "soddisfatto", a causa di una legge elettorale, il rosatellum, studiata apposta - come lei ben sa perché la Lega l'approvò insieme a Forza Italia e alla maggioranza di centrosinistra - per evitare che il M5S andasse al governo, la quale assegnava la maggioranza assoluta al partito o alla coalizione che avrebbe ottenuto il 40%+1 delle preferenze attraverso un intricato sistema di calcoli elettorali.

Pur avendo vinto le elezioni con quasi 12 punti di percentuale rispetto al secondo partito, il PD, assestatosi intorno al 19%, il M5S non poteva governare se non alleandosi con un'altra forza politica che avesse ottenuto almeno il 9% di preferenze.

Come ebbi modo di scrivere in una precedente lettera aperta a Luigi Di Maio, l'idea che il M5S si potesse alleare con il PD per governare mi risultava indigesta. Ma ancora più indigesto era il pensiero che il M5S si potesse alleare con la Lega, partito xenofobo/razzista/secessionista, il cui segretario, Lei Illustre Sig, Ministro, in un passato non tanto lontano, non si è minimamente preoccupato di non offendere pubblicamente i meridionali, i napoletani in particolare a cui mi onoro di appartenere, facendosi riprendere durante un raduno leghista a bere birra mentre cantava "senti che puzza, anche i cani scappano, stanno arrivando i napoletani".

È vero Signor Ministro, Lei successivamente ha chiesto scusa per queste offese. Ma, non me ne voglia, chissà perché, il sottoscritto non ha mai creduto fossero sincere. Mi sapevano più di cinico opportunismo politico conseguente all'idea che Ella aveva di estendere politicamente il suo partito, fino allora localizzato nel nord Italia, su tutto il resto del territorio nazionale. Incluso quello stesso sud contro cui Bossi, Lei e altri leader leghisti in oltre vent'anni ne avete dette peste e corna.

Illustre sig. Ministro,

non può nemmeno immaginare lo stupore che mi colse quando nel 2013 ci fu chi al sud, anche in Campania, votò lega! Mi chiesi se i miei corregionali non fossero impazziti!? Purtroppo la decisione di Di Maio, originario di Pomigliano d'Arco, di stipulare un contratto di governo con la Lega - dopo i ripetuti niet da parte del PD, in particolare di Renzi il quale, seppure fosse Segretario dimissionario di quel partito, continuava a dettarne la linea politica, non si capisce con che criterio, di dare vita a un governo grillino/piddino - fu per me, elettore del M5S, un'offesa che quasi certamente laverò via alle prossime elezioni: europee o politiche, non cambia nulla.

Illustre Sig. Ministro Salvini,

mi scusi per il prolisso preambolo, ma era necessario per arrivare al punto vitale di questa mia lettera: da quando è assurto al Viminale, anche Lei ha acquisito la pessima abitudine di dire "gli italiani sono con noi", oppure "lo vogliono gli italiani", così come erano soliti fare Renzi, la Boschi e i loro seguaci quando rispondevano alle critiche di chi contestava la riforma costituzionale che si apprestavano a varare o qualsiasi altro provvedimento che lasciasse quanto meno perplessi in termini di costituzionalità o di reale utilità per la maggioranza dei cittadini.

E infatti gli italiani erano talmente d'accordo con loro che al referendum per l'approvazione della riforma oltre 19 milioni, il 67% degli elettori, disse NO, bocciando la riforma Boschi; costringendo Renzi a dimettersi da Presidente del Consiglio. Ma a guardarsi bene dal lasciare la politica, così la Boschi, come invece avevano precedentemente promesso di fare se avessero perso il referendum.

Illustre Signor Ministro,

Lei e il Suo partito siete stati votati da poco più del 17% dei votanti, non degli italiani. E molti degli elettori del M5S mai vi avrebbero votato né voluti come alleati, seppure previo contratto!

Né molti italiani, pur riconoscendo che la Sua opposizione all'attracco in un porto italiano della nave Aquarius carica di migranti costrinse l'Europa ad aprire finalmente gli occhi sull'emergenza sbarchi nel nostro paese - vicenda successivamente sminuita dalla surreale avventura della nave Diciotti della guardia costiera italiana bloccata nel porto di Catania con 177 migranti a bordo cui era impedito di sbarcare per suo ordine - condividono le Sue politiche sull'immigrazione e le Sue uscite "populiste", tipo l'ultima sul sequestro preventivo di 49 milioni di Euro alla Lega, con l'accusa di truffa allo Stato per avere percepito dal 2008 al 2010 rimborsi elettorali non dovuti: anche per questa vicenda, Lei, Signor Ministro, ha affermato "gli italiani sono con noi".

Dimenticando forse che uno degli slogan politici più famosi della Lega anni novanta inveiva contro "Roma ladrona", intendendo la politica che "mangiava" sulle spalle degli italiani onesti e lavoratori. Guarda caso quei settentrionali cui vi rivolgevate come partito che, secondo voi leghisti, pagavano le tasse anche per quegli incapaci e scansafatiche del sud. Per cui invocaste il federalismo fiscale, ossia che le tasse versate fossero ridistribuite in servizi e quant'altro laddove erano state pagate. Oggi quei 49 milioni di euro confiscati preventivamente alla Lega dimostrerebbero, premesso che le accuse fossero confermate, che anche il suo partito faceva parte di quella Roma ladrona contro la quale voi leghisti vi scagliavate a squarcia gola!

Illustre Signor Ministro,

non interpreti gli applausi a Lei e Di Maio durante i funerali delle vittime del crollo del ponte a Genova solo come un attestato di stima dell'opinione pubblica verso di Lei e il Governo. Quegli applausi furono prima di tutto "fischi" diretti verso quella politica che fino al 4 di marzo aveva governato il paese per più di 25 anni, consentendo ai privati di arricchirsi alle spalle dello Stato, dunque dei cittadini, stipulando contratti di concessione che erano veri e propri regali fatti dallo Stato a quei signori. E il regalo più grande ai Benetton, principali azionisti del gruppo Atlantia, proprietario di Autostrade spa che ha in gestione buona parte delle autostrade italiane, inclusa quella di Genova, glielo fece nel 2008 l'ultimo governo Berlusconi della cui maggioranza Lei faceva parte e votò quel "regalo" rappresentato da una norma che rinnovava la concessione ai Benetton senza verifiche. Anche in questo caso, come per le passate offese ai meridionali, Lei Signor Ministro si è scusato. Ma il danno era stato già fatto e il crollo ne sarebbe la conferma. Punto!

Illustre Signor Ministro,

purtroppo il perché, stando ai sondaggi, se oggi si andasse al voto, la Lega prenderebbe il 32% di preferenze, superando nelle intenzioni di voto il M5S fermo al 28%, affermandosi come primo partito, è conseguenza di quello che definire un suicidio della sinistra Italiana è un dolcissimo eufemismo. La lotta oggi in atto nel Pd per liberarsi di Renzi, criticandone l'operato come stanno facendo nelle ultime settimane alcuni elementi di spicco del partito, chiedendo a più voci la convocazione urgente di Congresso per azzerare i vertici e riformare il partito, magari con la candidatura a segretario di Nicola Zingaretti, l'attuale governatore del Lazio, è la conferma che solo ora, quando ormai i sondaggi dicono che il Pd è di poco sotto il 18%, il centrosinistra, pur non rischiando di scomparire in quanto conferma la percentuale presa alle ultime elezioni, fatica a riconquistare il terreno perso il 4 di marzo. E la conferma di ciò è proprio la crescita nei sondaggi della Lega a scapito del M5S, testimoniando quanto previsto da molti, ossia che l'alleanza di governo con la Lega avrebbe fatto storcere le labbra a molti elettori grillini, allontanandoli, e, nello stesso tempo, spostato verso Salvini i voti di quegli altri elettori grillini in sintonia di pancia, nel senso di emozioni, con il leader padano.

Illustre Signor Ministro,

mi piacerebbe sapere quali e quanti italiani sono con davvero con Lei. Così come, all'epoca di Renzi e della Boschi, mi domandavo chi fossero tutti quegli italiani che, stando all'ex leader piddino e alla sua musa, morivano dalla voglia di cambiare la Costituzione da settant'anni. Che io ricordi né mamma, né papà, né altri molto più anziani di me mi avevano mai palesato quell'incessante bisogno da quei due confidato!

Illustre Signor Ministro,

per rispetto degli italiani, la prossima volta che vuole giustificare il proprio operato, se proprio non potrà farne a meno, abbia almeno il buon gusto di dire "una parte degli italiani sono con noi (o con me)". Magari elencandoli uno per uno in ordine alfabetico. Se poi non può proprio fare a meno di dire "gli italiani sono con noi (o con me)", istituisca un referendum in maniera da consentire a tutti italiani di esprimersi a favore o contro le Sue iniziative e posizioni politiche e vedremo se davvero gli italiani, tutti, sono con Lei o con Voi!

Con rispetto, La saluto.

 
 
 

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