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Da dicembre disponibile in tutte le librerie, book-shop e su Amazon.
Al momento lo si può acquistare sul sito delle Edizioni Helicon
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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi di Agosto 2020
Di seguito un breve estratto dal mio romanzo IL RAGAZZO CHE DANZO' CON IL MARE edito dalle Edizioni Helicon, disponibile in tutte le librerie. Rischiarate dalle stelle, le tenebre risplendevano di luce. Distesi sul prato i due levavano gli occhi al cielo ammirando il planetario dispiegarsi su di loro come una coperta trapuntata di pois dorati. PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DELL'ESTRATTO CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it |
Sono ormai trascorse più di 48 ore dalla presentazione, la prima in assoluto, del mio romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒ CON IL MARE a Raggiolo, ma l'adrenalina suscitatami dalle emozioni della serata non accenna a placarsi. E pensare che quando partii da Napoli per la Toscana, tutto questo non era nei programmi. L'idea mi venne quando, dopo essermi sentito al telefono con l'editore per un saluto e invitare lei e i suoi collaboratori a venirci a trovare per trascorrere una giornata insieme - le Edizioni Helicon hanno sede a Poppi distante dieci chilometri da Raggiolo, i casi della vita... - lei mi invitò alla presentazione di due libri che si sarebbero svolte al Pratello, a Poppi, chiedendomi se mi fosse piaciuto presentare anche il mio in quella sede, proponendomi come data il 18 agosto, nel tardo pomeriggio: ovviamente accettai con entusiasmo. Ma subito dopo, riflettendo, pensai che sarebbe stato meglio se fossimo riusciti a organizzarla a Raggiolo. Quindi la richiamai e le espressi il mio pensiero. L'idea non le dispiacque, purché ci fosse stata partecipazione di gente. Risposi che ne avrei parlato con i responsabili della Brigata, una sorta di proloco, e poi le avrei fatto sapere. L'indomani mi incontrai con il presidente della Brigata e lo misi al corrente dell'idea. La proposta gli parve interessante e fattibile, a patto che avessimo posticipato la presentazione alle 21 in quanto alle 17,30 di quel giorno era in programma la riunione dei soci. Come location mi prospettò lo slargo antistante il Sepolcreto: "Va benissimo!", risposi. Richiamai l'editore e la ragguagliai sugli sviluppi: "Mi dia il tempo di sentire gli altri e le farò sapere". Il giorno dopo mi telefonò, confermando che andava bene farla in notturna a Raggiolo: "La relatrice sarà Cristiana Vettori, è un critico letterario". Da quel momento le mie vacanze raggiolatte assunsero tutt'altro significato. Il pensiero di presentare in anteprima il romanzo a Raggiolo dove praticamente era nato, mi sembrava un sogno! [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it |
Martedì 17 agosto a "Il Pratello" di Poppi/AR si è presentato il volume DONNE ITALIENE di Ugo Foscolo, a cura di Andrea Pellegrini; traduzione di Silvia Franzoni; edito dalle Edizioni Helicon nella collana Occhio di Bue curata da Andrea Pellegrini e Michele Rossi; moderatrice della serata la professoressa Cristiana Vettori. Il libro raccoglie un lungo articolo pubblicato dal Foscolo sul "London magazine" del 1° ottobre 1826, esattamente un anno prima dalla sua morte a Londra il 16 settembre 1827. Si tratta di "un eloquente pamphlet dal tenore europeo ricamato intorno all'anacronistico, eppur vegeto, status delle donne di quello strano mondo occidentale frammentato e in disgrazia che era l'Italia. Costrette a matrimoni di convenienza, le aristocratiche italiane si davano infatti spesso, una volta maritate, al libertinaggio, in cerca d'amore e libertà", come leggiamo sulla bandella del volume. In appendice, un breve saggio del curatore dal titolo "Vi ha ingannato, madama, chi mi ha dipinto come un libertino" che, riprendendo una frase del Foscolo, rivela quale fosse lo stile di vita cui era avvezzo l'autore dell'Ortis e Dei Sepolcri. Cosa del tutto inimmaginabile per chi come il sottoscritto considerava e considera il Foscolo una persona triste e malinconica a causa del modo in cui lo si presenta a scuola. Apprendere che l'autore Dei Sepolcri amava la vita e le donne - collezionò una sfilza infinita di amanti, tutte appartenenti all'aristocrazia e dotate di un fine intelletto, tra cui spiccano Teresa Pikler Monti moglie di Vincenzo Monti traduttore dell'Iliade e la contessa Antonietta Fagnani Arese per la quale compose l'"Ode all'amica Risanata" - mi ha suscitato interesse e curiosità, ripromettendomi di approfondirlo sfrondandomi dai preconcetti derivanti dagli studi scolastici. Personalmente ritengo che l'importanza di questo libricino consista proprio nel far conoscere al pubblico un Foscolo ignoto, introducendolo a pieno titolo tra gli autori femministi ante litteram. [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DELL'ARTICOLO CLICCARE SU www.vincenzogiarrtiello.it |
La donna giaceva nuda sul letto, lo sguardo inespressivo fisso al soffitto. L'uomo si dimenava su di lei con moto crescente, affannandole l'alito puzzolente sul viso. Con un ultimo, violento sussulto, le riversò nel ventre il proprio piacere. Quindi, spossato e sudato, le cadde addosso a peso morto. Senza fiatare, con un violento strattone lei si liberò di lui, si alzò e rivestì. "Tieni" disse l'uomo dandole quattro soldi. "Ne mancano due" rispose, fissando le monete nel palmo della sua mano. "Quattro soldi sono più che sufficienti vista la brevità dell'atto!" "La durata striminzita non è dipesa da me..." disse con ironia. Da sotto la veste trasse il piccolo pugnale puntandoglielo contro. Con rabbia l'uomo prese dalla borsa legata alla cintola altre due monete. "Puttana!" mormorò sprezzante, gettandole le monete sul pavimento ai suoi piedi. Lei fece spallucce e si chinò a prenderle: quel sostantivo non la offendeva, era una seconda pelle. Aveva iniziato il mestiere all'età di undici anni, non appena le erano venute le prime regole. Nonostante fosse poco più che bambina, già da tempo il suo corpo aveva assunto i tratti distinti e provocanti della femminilità. Ai suoi genitori, una misera coppia di contadini nubiani migrati da Migdul, in Egitto, in Galilea, non era sfuggito il modo lussurioso con cui gli uomini la guardavano. Tra questi vi era un mercante che, non appena poteva, cercava un pretesto per passare da loro solo per ammirarla, attratto dalla sua pelle nera come l'ebano. Quando il sangue si arrestò, la madre la truccò, le pettinò i lunghi capelli corvini che le ricadevano sulle spalle a mo' di scialle e la vestì da donna, invitando il mercante a pranzo. Quando questi la vide, la sua lussuria diventò incontenibile. Senza mezzi termini offrì loro cinquanta denari perché gli fosse concesso il privilegio di schiudere per primo quel fiore del mistero. Da allora gli uomini un'infinità di avvicendarono nel suo letto come api su un fiore profumato. Perfino gli stranieri vi giungevano apposta per regalarsi un momento di piacere con "la puttana nera", come la chiamavano in paese. [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL RACCONTO CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it |
Le favole non hanno tempo, si sa. Forse meno si sa che non nacquero per i bambini ma per gli adulti, affinché l'apparente linguaggio semplice, ma pregno di simbolismi, col quale sono scritte, non trovando ostacoli mentali, facesse breccia nell'animo degli uomini suscitandone la riflessione al fine di renderli migliori. Se poi alla bellezza delle storie e del linguaggio con cui sono narrate si associano una degna recitazione cui fa da cornice l'incantevole scenario della natura incontaminata, si può essere certi che le favole avranno il potere di rapire gli uomini, trasportandoli in un mondo senza tempo dove realtà e fantasia si confondono, alimentando nei loro animi i tre quesiti fondamentali che da sempre assillano l'umanità: chi siamo?; da dove veniamo?; dove andiamo?. È quanto avvenuto domenica 9 agosto nel bosco tra Raggiolo e Quota nello spiazzo antistante i ruderi della chiesa di Sant'Angelo: Miriam Bardini ha letto un condensato della favola L'allodola di pezza di Chéri di Maria Pagnini, edito da Soleombra, accompagnata dalla violinista Anna Tenore. [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it |
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