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pollo d'oro.....di GIOTTO....


Ingredienti: pollo – pancetta – rosmarino – salvia – aglio – uova – farina – zenzero – zafferano – sale e pepe. Preparazione: fiammeggiare, lavare e asciugare molto bene un pollo, anche internamente. Imbottirlo di pancetta tagliata a striscioline, rosmarino, salvia, uno spicchio d’aglio, sale e pepe. Adagiare il pollo in una teglia da forno, irrorarlo d’olio, salare, pepare, e passarlo in forno fino a metà cottura. Intanto preparare una pastella con tuorli d’uovo, farina, zafferano, zenzero, pepe e sale. Togliere il pollo dal forno e spalmarlo generosamente con la pastella. Terminare la cottura affinché l’involucro non assuma un bel colore dorato. XXXXXXXXXXXXGiotto fecondo possidente 
Giotto di Bondone (ca.1267-1337)Di famiglia contadina del Mugello, leggenda narra che venne notato dal Cimabue mentre ritraeva il suo gregge sui sassi, e preso dal maestro a bottega. Giotto iniziò ben presto a dipingere per conto proprio, e il Vasari nelle “Vite” ricorda che, alla richiesta del messo pontificio di un attestato della sua “valentia”, Giotto fece a mano libera: “un tondo si pari di sesto e di profilo, che fu a vederlo una meraviglia”. Gli anni a cavallo tra il Duecento e il Trecento rappresentano il periodo di massimo splendore per l’artista, che divise il suo lavoro tra Roma, Assisi, Firenze e Padova. Il pittore aveva una nutrita bottega e ottenne fama anche nel suo tempo. Dante lo cita nella Divina Commedia: "Credette Cimabue nella pittura tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido si che la fama di colui oscura" (Purgatorio - canto XI) Giotto non eccelleva solo nell’arte ma aveva anche un singolare talento borghese per gli affari, possedeva case e terreni (confermate da documenti fiorentini), raggiungendo in Firenze un posto di primissimo piano anche dal punto di vista pratico. Alcune sue parole sarebbero state raccolte dal novelliere di fine ‘300 Sacchetti nel “Trecentonovelle”, il cui contenuto era ispirato da esperienze di vita e tradizioni orali. - Una domenica Giotto, allegro e fecondo, raccontava una storia ai suoi amici in Via del Cocomero, quando un branco di maiali di Sant’Antonio passa di corsa; uno degli animali, urtandolo bruscamente nelle gambe, lo fa cadere. Aiutato dagli amici, Giotto si alza, si scuote, e invece d’imprecare contro i maiali dice con un mezzo sorriso: “O non hanno e’ ragione? ché ho guadagnato a mie’ dì con le setole loro migliaia di lire, e mai non diedi loro una scodella di broda” - . FONTE...taccuinistorici.it