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Il vero Gobbo di Notre-Dame: non solo finzione, Quasimodo è esistito davvero


Il Gobbo di Notre-Dame è realmente esistito.Il Gobbo di Notre-Dame? E’ un uomo esistito realmente e che lo scrittore francese Victor Hugo incontrò di persona (clicca qui per approfondire). Nel suo romanzo, «Notre-Dame de Paris», l’autore si è ispirato a un personaggio reale per descrivere la figura di Quasimodo. E ora si è scoperto chi è. Si tratta di uno scultore-capo - naturalmente gobbo - impiegato nei lavori di restauro della cattedrale parigina svolti a inizio Ottocento e soprannominato dai suoi uomini Le Bossu. Lo sostengono gli esperti della Tate, galleria inglese d’arte moderna, dopo avere studiato i manoscritti di Henry Sibson (1795-1870), scalpellino inglese che lavorò in Francia su appalti commissionati dal governo. Il diario è stato comprato dalla Tate e da oggi sarà esposto al pubblico.L’INCONTRO TRA HUGO E IL GOBBO - Dopo aver litigato con i capimastri del cantiere di Notre-Dame, Sibson si trova senza lavoro e decide di rivolgersi alle «botteghe» che si occupavano delle statue. «Qui - rivela - trovai Trajan, una delle persone più gentili che abbia mai incontrato. Lavorava come incisore per lo scultore-capo, il cui nome non mi ricordo. Era gobbo e non amava mischiarsi con gli incisori: gli scalpellini gli avevano dato il soprannome di Le Bossu». «Gli scultori e gli incisori descritti nel diario di Sibson - rivelano i ricercatori della Tate Gallery - lavoravano in un atelier vicino alla École des Beaux Arts situata nel sesto arrondissement di Parigi. Si sa che negli anni Venti del'Ottocento Victor Hugo abitava proprio in quel quartiere: visto il suo interesse per i lavori di restauro di Notre-Dame e la vicinanza con la bottega è possibile che Hugo avesse visto, o persino conosciuto, Trajan e il suo capo il gobbo». Circostanza che viene rafforzata dal fatto che in una prima versione de «I Miserabili» il protagonista si chiamava Jean Trajean, divenuto Jean Valjean solo nella versione successiva.IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI E LEATHERFACE - Ma non è l’unico caso in cui la fiction si è ispirata a personaggi realmente vissuti. Emblematico il caso di Raimond Babbit, protagonista di Rain Man, ispirato a una persona reale le cui capacità intellettuali sono state persino studiate dalla Nasa. Meno rassicurante che esistano realmente anche personaggi negativi come il protagonista di Lord of War, attualmente detenuto negli Usa, di Non aprite quella porta e addirittura de Il silenzio degli innocenti, il cui Hannibal (ma quello vero) è ancora vivo e dopo molti anni è riuscito a farsi tirare fuori dalla cella d’isolamento con la scusa di farsi ricoverare in infermeria.Per approfondire leggi IlSussidiario.net da yahoo